Vendita dell’ex farmacia, il Carenzoni di Feltre sotto ispezione
FELTRE. La Regione ha avviato una ispezione sull’Ipab Carenzoni Monego dopo la vendita dello stabile dell’ex farmacia Ricci in largo Castaldi per 265 mila euro, con un notevole ribasso sul prezzo iniziale di 390 mila.
Al danno di aver dovuto svendere uno dei gioielli di famiglia per poter pagare la ditta che ha ristrutturato villa Coletti, e di essere ancora in attesa delle autorizzazioni regionali per vendere villa Piazza e i terreni edificabili, per l’istituto benefico si aggiunge ora le preoccupazioni dell’ispezione.
I funzionari regionali hanno già annunciato a Renato Beino, presidente dell’Ipab, un sopralluogo per chiedere conto dell’immobile messo all’asta a 390 mila euro e svenduto in trattativa privata, poco più di un anno fa, a 265 mila euro.
«È come chiedere cosa abbiamo fatto con i soldi della differenza», protesta Beino, «come se avessimo intascato soldi in più, quando è chiaro come il sole, oltreché deliberato, che se non avessimo provveduto alla svendita dopo due aste andate deserte la ditta Mubre, che avanzava da noi ancora 200 mila euro, ci avrebbe messo in ginocchio con la vertenza. Questa operazione non potevamo non farla, altrimenti saremmo rimasti stritolati. E adesso la Regione non solo sostiene di non vederci chiaro, ma ci tiene bloccati anche rispetto ad altre alienazioni che ci permetterebbero solo di sopravvivere».
La comunicazione dell’ispezione regionale è stato dunque un duro colpo per il direttivo del Carenzoni che sta facendo i salti mortali per garantire la sopravvivenza dell’ente e mantenere le proprietà immobiliari.
Il patrimonio delle Ipab, che la Regione vuole tutte sciolte, finirà infatti per essere fagocitato nel calderone regionale se non si presentano conti in ordine e potenzialità in termini ricettivi e di fatturato che il Carenzoni non può dimostrare.
Il presidente Beino ha spiegato al Comune la necessità di arrivare al più presto a una fusione con l’Azienda feltrina servizi alla persona, con la quale esiste già una convenzione per il regolamento di accesso e assegnazione degli alloggi alle donne senza mezzi di sostentamento di casa Coletti, in funzione da qualche mese.
«Oltre a tutta una serie di spese per gli adeguamenti delle strutture funzionanti come casa Bertagno e il convitto che vorremmo trasformare in una casa per ferie, adesso c’è l’ulteriore problema delle penalità per ritardato pagamento che ci ha presentato la ditta Mubre. E intanto ci resta congelata la vendita della villa Piazza di Foen, mentre per i due lotti edificabili in località Sant’Anna e uno agricolo a Mugnai, la nostra speranza è che i potenziali acquirenti non si stufino di aspettare».
L’attesa di autorizzazione, secondo ricorda Beino, è stata controproducente anche nella trattativa privata della palazzina ex farmacia Ricci. «Dopo due aste deserte abbiamo optato per la trattativa. Oltre alla famiglia Ricci c’era un altro potenziale acquirente. La concorrenzialità avrebbe potuto tradursi in un’operazione economicamente più vantaggiosa per il nostro ente. Ma il secondo interessato, visto che l’attesa di autorizzazione si prolungava, ha preferito investire i suoi soldi altrove. E a noi non è rimasto altro che prendere quello che ci veniva offerto».
Anche se con un ribasso consistente: l’ex farmacia di largo Castaldi è “tornata” all’omonimo farmacista che si è aggiudicato 250 metri quadrati circa, distribuiti fra seminterrato e sottotetto passando per il piano commerciale e il piano nobile.
Laura Milano
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