Vendita di Ferroli 120 operai a rischio
ALANO DI PIAVE. Futuro incerto per i 120 dipendenti della Ferroli di Alano di Piave.
Lo stabilimento è stato messo in vendita nei mesi scorsi, e da quanto si sa l’azienda che si sarebbe detta disponibile all’acquisto o ad un affitto di ramo d’azienda di una parte del capannone, quello più nuovo, sarebbe la Giotto Fratelli srl di Quero Vas, che esegue lavorazione di metalli, tornitura in lastra, taglio laser 2D e 3D.
«Quando abbiamo saputo di questa intenzione», precisa Paolo Agnolazza della Fim Cisl, «abbiamo subito chiesto a Ferroli che ponesse sul tavolo come condizione imprescindibile il passaggio se non di tutti di almeno una parte dei dipendenti attuali dello stabilimento di Alano alla nuova proprietà. Ma la società è stata molto chiara e ha ribadito che se gli acquirenti saranno d’accordo si farà questo passaggio, altrimenti non si insisterà oltre. E questo è penalizzante e mette a rischio i posti di lavoro», precisa Agnolazza.
«Se questo accordo di affitto o di acquisto (ancora non ci è stato precisato) andrà in porto, non abbiamo elementi per dire se qualcuno degli addetti di Ferroli sarà ripreso nella nuova azienda. Anche se già qualcuno, vista la cassa integrazione straordinaria di cui stanno usufruendo da oltre un anno e mezzo e che quest’anno terminerà definitivamente, è già passato alla nuova società».
Già l’anno scorso, Ferroli aveva espresso l’intenzione di cedere lo stabilimento alanese. «Ferroli vuole lasciare la produzione di caldaie per dedicarsi soltanto alla loro vendita e all’assemblaggio. E con questo piano hanno messo in esubero 600 su 1200 dipendenti complessivi nei vari stabilimenti», dice il sindacalista.
I lavoratori in questi mesi di cassa hanno già iniziato dei corsi di formazione. «Una formazione mirata in base alle richieste del mercato locale. Finiti questi corsi, molti degli addetti sapranno utilizzare determinati macchinari che sono importanti in certi settori dell’economia bellunese», conclude Agnolazza.
Anche in questo caso i sindacati attendono un incontro al ministero dello Sviluppo economico per poter accedere ad un nuovo periodo di cassa. (p.d.a.)
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