Vendita porta a porta di un aspirapolvere: non è stata una truffa

VAL DI ZOLDO. La vendita dell’aspirapolvere non è una truffa. La sentenza di assoluzione per Michela Volpin e Salvatore Rummolino, pronunciata dal giudice Zantedeschi, è un invito ai clienti dei venditori porta a porta a leggere con attenzione quello che stanno per firmare e a ricordarsi che esiste il diritto di recesso.

Nella sua requisitoria il pubblico ministero Tollardo aveva chiesto un anno e tre mesi di reclusione e 500 euro di multa per Rummolino, tenuto conto della recidiva contestata, e otto mesi e 250 per Volpin, il cui ruolo era stato considerato del tutto secondario. Non c’era alcun reato, secondo la difesa che aveva chiesto proprio l’assoluzione con la formula piena e solo in subordine con quella dubitativa.

Secondo la ricostruzione della Procura, dopo una telefonata preliminare c’era stata una prima visita nell’abitazione di una donna di Val di Zoldo che aveva ricevuto un catalogo di casalinghi da una singola persona.

L’ignara cliente ha capito di aver firmato una ricevuta e non quello che era, a tutti gli effetti, un contratto con tutte le condizioni necessarie, compreso il recesso. Non l’ha mai letto e chissà dove è andato a finire il fascicolo con tutte le offerte. Di sicuro a distanza di tempo ha ricevuto un’altra visita, stavolta da parte di due persone che le hanno ricordato di aver firmato un impegno all’acquisto per 3.200 euro, 2.800 con lo sconto. In alternativa avrebbe potuto cavarsela con un unico acquisto.

La padrona di casa ha scelto un aspirapolvere ecologico abbastanza costoso, per il quale ha versato in tutto 800 euro, salvo poi presentare una querela fuori tempo massimo, con sentenza di non doversi procedere. Secondo la pubblica accusa si trattava di una truffa a tutti gli effetti, con conseguente condanna a reclusione e multa.

Per la difesa, tutto era andato come doveva andare: incredibile il fatto che la donna non avesse letto il contratto sottoscritto con la sua firma.

Il giudice ha assolto perché il fatto non sussiste. —

Gigi Sosso

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