Vendite porta a porta «Non firmate quei moduli»

Mattera: «Nessuno ve lo dice, ma sono veri e propri contratti di acquisto» Cinque denunce al mese allo sportello della Federconsumatori: «State attenti»
BELLUNO. Occhio alle vendite porta a porta, molto spesso nascondono una fregatura. Sono sempre più numerosi i bellunesi che si rivolgono alle associazioni dei consumatori per chiedere aiuto di fronte a queste condotte che l’Authority per la concorrenza definisce “commercialmente scorrette”. «Le modalità di azione sono sempre le stesse», sottolinea Guido Mattera, referente provinciale di Federconsumatori, «qualunque sia la ditta di cui stiamo parlando e qualunque sia il prodotto che viene promosso».


L’utente riceve una telefonata da parte di una persona che si presenta come appartenente a una ditta per la vendita di prodotti per la casa, e annuncia che il cliente è stato selezionato per avere uno sconto sui prodotti del 30-50%. Quindi informa che presto passerà nell’abitazione del “fortunato” un collaboratore per lasciare un depliant dimostrativo. Il tutto, ovviamente, senza alcun tipo di obbligo. «Dopo qualche giorno», spiega Mattera, «arriva una persona che non si qualifica mai come operatore commerciale e che inizia a parlare dei prodotti, non citando mai la parola “vendita”», prosegue Mattera. «In questo modo il consumatore si sente più rilassato. L’agente cita solo i vantaggi di avere prodotti di marca scontati e quindi invita a riflettere con calma l’utente. Ma prima di andarsene chiede all’ignaro cliente di firmare un modulo che l’addetto dice essere quello che deve presentare al suo capo per certificare l’avvenuta visita. Ma il modulo ha tutte le caratteristiche di un contratto di acquisto. Riporta, infatti, il nome dell’acquirente, la somma che va dai 2.900 euro ai 3.500 e alcuni articoli che rinviano a un vero contratto. Quello che però manca è l’elenco della merce».


La persona firma, poi dopo circa un mese, passati abbondantemente i 14 giorni per il ripensamento, «arriva il “cattivo” della situazione che viene a prendere gli ordini», prosegue il referente di Federconsumatori. «L’utente cade dalle nuvole quando gli viene spiegato che il foglio firmato è un impegno di spesa. E in quel momento inizia la pantomima, con il venditore che chiama il capo e finge di difendere il cliente, proponendo di stracciare il contratto, scendendo dai 3 mila euro iniziali a circa un migliaio. A quel punto la miccia è già accesa. Poi per noi diventa duro riuscire a bloccare il meccanismo di vendita».


Di denunce così ne arrivano 4-5 al mese. «A cadere nell’equivoco non sono solo persone anziane, ma anche quelle con una certa cultura», conclude Mattera, che cerca di dare alcuni consigli per evitare problemi. «Purtroppo i brutti comportamenti di pochi compromettono un settore che potrebbe essere davvero utile, specie per le persone con difficoltà fisiche o sole. Per non incorrere in esiti spiacevoli, raccomandiamo di non firmare alcun modulo o documento e di non versare alcuna caparra. Qualche giorno fa una signora si è rivolta a noi per essere stata indotta ad acquistare delle pentole per una cucina a induzione che lei non ha, pagando oltre 2 mila euro».


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