Veneto Strade ha chiuso il cantiere del Col Cavalier
BELLUNO. Più ci si avvicina, più il miraggio si allontana. Non c’è acqua nell’oasi del Col Cavalier, solo sabbia e cemento. A poche settimane dalla sua inaugurazione il traforo chiude i battenti: cantiere fermo, operai a casa. Doveva essere il fiore all’occhiello di Veneto Strade, finanziato proprio dalla società indebitandosi per milioni di euro in attesa dell’erogazione dei fondi promessi dallo Stato. Ma ieri c’è stata una clamorosa marcia indietro.
La lettera. Con una comunicazione inviata nel pomeriggio alle ditte impegnate nel cantiere, la Oberosler Cav Pietro spa e alla Deon spa, il direttore dei lavori Sandro D’Agostini ha ordinato l’interruzione dei lavori «con effetto immediato». Alla base della decisione c’è la difficile relazione tra Veneto Strade spa, che ha in capo la realizzazione dell’opera, e la Regione che poche ore prima aveva chiuso il bilancio regionale senza ascoltare le richieste della società.
Decisione inaspettata. Il de profundis per la galleria bellunese suona alle 14 e coglie di sorpresa tutta la politica bellunese. Nessuno poteva prevedere una decisione di questo tipo. Silvano Vernizzi, amministratore delegato di Veneto Strade, è lapidario: «Non commento» spiega al telefono. Le uniche, poche, parole di spiegazione sono contenute nella missiva della società. Alla base della decisione di chiudere il cantiere c’è «il mancato perfezionamento da parte della Regione Veneto, in sede di bilancio di previsione 2015, del meccanismo di trasferimento dei fondi statali, assegnati alla stessa Regione, a Veneto Strade spa».
Il sogno bellunese. Il percorso che ieri pomeriggio ha portato alla chiusura del cantiere inizia molti anni fa. I bellunesi che speravano da tempo di attraversare la Valbelluna, da Feltre a Ponte nelle Alpi, senza il “tappo di bottiglia” del capoluogo iniziano a sognare nel 2007 quando la senatrice Simonetta Rubinato presenta e fa approvare un emendamento alla legge finanziaria che assegna al Veneto un finanziamento straordinario di 150 milioni di euro. Di questi 63 sono da destinare alla galleria di Col Cavalier, un progetto al quale stavano lavorando Sergio Reolon e Quinto Piol. La macchina si mette in moto, i lavori vengono assegnati nel 2010. Il cantiere ha continuato a lavorare fino a ieri: alla conclusione del progetto mancava poche settimane e si pensava all’inaugurazione. Tra le possibili date quella del 26 maggio.
I fondi contesi. I soldi necessari alla realizzazione dell’opera sono stati anticipati da Veneto Strade che ha chiesto finanziamenti agli istituti di credito in attesa che la Regione Veneto accendesse un mutuo con oneri a carico dello Stato. «Le gare pubbliche per l’assunzione del mutuo sono andate reiteratamente deserte» specifica palazzo Balbi in una nota, «e la Regione ha più volte chiesto al Governo di modificare le modalità di erogazione dei 50 milioni di euro».
La scelta di Venezia. È in questo contesto che si inserisce la maratona del bilancio regionale approvato giovedì notte. Veneto Strade sperava in un segnale che non è arrivato. «La Regione non può farsi carico di quest’opera» spiega l’assessore regionale al Bilancio Roberto Ciambetti, «ma daremo a Veneto Strade delle garanzie: stiamo vagliando diverse strade per l’accensione del mutuo». Per il momento, però, il cantiere di Col Cavalier rimane fermo: gli operai sono stati mandati a casa, per loro verrà richiesta la cassa integrazione. Ma dovranno tenersi a disposizione per il rientro in servizio nella speranza che Regione e Veneto Strade trovino presto un accordo.
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