Veneto strade su Schiucaz: «L’alternativa è spianare la montagna»

Il direttore Silvano Vernizzi spiega agli sfollati che «più di così non si può fare». Gli abitanti: «Di noi non importa nulla, badano solo allo spettacolo e alla visibilità»

ALPAGO

Gli abitanti protestano davanti alla riattivazione del mai domato smottamento di Schiucaz, ma il direttore generale di Veneto Strade, Silvano Vernizzi, è chiaro: «La situazione è monitorata costantemente da Veneto Strade. Stiamo intervendo da giorni, di più non si può fare. L’alternativa è spianare la montagna».

«È più che comprensibile la stanchezza e la rabbia degli abitanti di Schiucaz, costretti ancora una volta ad evacuare parzialmente la frazione», dice Vernizzi. «Però la responsabilità della frana è da imputare esclusivamente alla pioggia costante e intensa di questi giorni e al materiale di cui è costituita la montagna. Oltre agli interventi già effettuati, c’è ben poco altro da fare, se non continuare a scaricare la frana mano a mano che si forma. Giustamente dal loro punto di vista gli abitanti lamentano che si poteva fare prima e scaricarla del tutto. Purtroppo non si può e non per mancanza di fondi, ma perché sarebbe necessario spianare tutta la montagna e questo ovviamente non è possibile. Veneto Strade continuerà a monitorare la situazione e a intervenire ogni volta che sarà necessario».

Messaggio chiaro con effetti che si possono vedere in questi giorni. Gli sfollati delle case direttamente interessate dall’eventuale collasso dello smottamento, costretti a entrare e a uscire dall’abitazione: «Dopo lo sgombero dell’altro giorno, ci fanno stare in casa fino alle 17 e ci vietano di passare qui la notte», spiega uno degli sfollati.

Oggi torna a piovere e probabilmente si resterà in albergo tutto il tempo, se la parete davanti alle case dovesse scaricare altro materiale.

Due le famiglie interessate, più i componenti dell’attività commerciale. «Il sindaco è venuto casa per casa insieme ai carabinieri», spiega Rudy Zanon, «perchè non ci volevamo muovere. Ci ha detto che Veneto Strade da tre giorni aveva mandato la lettera di evacuazione e che noi non volevamo andare via. Ma è anche vero che, piuttosto che andare a Baldenich, bisogna ragionare: la pelle è la nostra e non la loro. Così abbiamo lasciato di nuovo le nostre case».

Tutto questo, però, non può durare all’infinito: «L’impresa ora sta disboscando per fare una strada e prendere la frana da dietro, ma questo lavoro andava fatto prima. Oggi saremmo tutti contenti. Ma qui a Schiucaz ci siamo solo noi e non se ne importano: pensano solo ai loro effetti speciali, alle bombe, al palco per farsi vedere. Il tutto alle spalle degli altri. E mi fermo qui». —
 

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