Veneto Strade, ultimatum della Regione

L’assore De Berti annuncia: «Le delibere di cessione entro metà novembre, altrimenti salta tutto»
BELLUNO. «Entro la prossima settimana tutte le Province dovranno inviare a Venezia le delibere per la cessione delle loro quote in Veneto Strade. Se così non dovesse essere, l’accordo con Anas salterebbe e nel 2018 la Provincia di Belluno dovrebbe mettere a bilancio i 15 milioni necessari per garantire il servizio di manutenzione strade». Categorica l’assessore regionale Elisa De Berti nei confronti degli enti di area vasta che devono ancora presentare lo studio sul valore delle quote nella società stradale. Studio che era atteso per il 30 ottobre, ma che tarda ad arrivare. Il termine ultimo è fissato per il 15 novembre.


«Il problema è che, oltre alle Province, anche gli altri quattro soci (Società delle Autostrade Serenissima spa., Autostrade per l’Italia spa , Società per Azioni Autovie Venete e A4 Holding spa) non hanno ancora deciso cosa fare: prima avevano espresso la volontà di uscire da Veneto Strade, ora si sono tirati indietro, attendendo la perizia dell’Upi», dice De Berti. Questa situazione non fa che complicare la situazione, tanto che l’assessore invita a fare presto. «Se non riusciamo a presentare entro la fine di novembre i documenti dell’accordo al Ministero, come invece farà la Lombardia, alcune strade saranno riclassificate e passeranno direttamente ad Anas».


A spingere per un vertice urgente tra Province e Palazzo Balbi sono i sindacati veneti di categoria Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Sada Fast. «La tenuta dell’azienda è una condizione fondamentale per avere garanzie anche sui posti di lavoro, sul servizio e sulla sopravvivenza della società stessa», dicono. Per la segretaria della Filt Federica Vedova, inoltre, «l’unica soluzione è quella della Regione, che tiene unito tutto, altrimenti si andrebbe allo spacchettamento, cosa che non possiamo permettere».


Se non dovesse andare in porto l’accordo tra Regione e Anas, il presidente bellunese Roberto Padrin dovrebbe trovare i 15 milioni per garantire il servizio. E l’operazione non è semplice: ad oggi in bilancio di milioni ce ne sono soltanto cinque: quattro per le strade storiche e uno per le ex Anas. «Dobbiamo capire se la legge di stabilità dello Stato prevederà un trasferimento alle Province di 340 milioni di euro, una notizia che potrebbe garantirci una maggiore liquidità e una riduzione del prelievo forzoso a cui siamo costretti in questi ultimi anni. Prelievo che ha contribuito a mettere in ginocchio questo ente».
(p.d.a.)


Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi