Venezia-Monaco? «Noi vogliamo il treno»
CADORE
L’autostrada fino a Monaco anziché il treno fino a Cortina e Dobbiaco? «Il proseguimento dell’A27 non ci serve, basta riqualificare la viabilità che c’è, come peraltro si sta facendo», risponde il sindaco di Calalzo, Luca De Carlo, parlamentare Fdi, «mentre il collegamento ferroviario con Cortina è indispensabile. Altrimenti lo farà Bolzano, dalla sua parte, per portare da noi gli sciatori che ospita nei suoi hotel».
Domenica, alla Mig, il governatore Luca Zaia ha rilanciato l’opportunità di proseguire l’A27 fino a Monaco, «perché», ha spiegato, «in questo modo la Germania e le Dolomiti saranno alla distanza di appena un’ora e mezza». È un rilancio che equivale alla rinuncia del Treno delle Dolomiti? Zaia dice di no, e altrettanto assicura l’assessore Elisa De Berti. Però la titolare dei trasporti fa capire che c’è chi ritarda. E sarebbe, ad esempio, la Provincia di Belluno che non trasferisce a Venezia i 200 mila euro del Fondo dei Comuni di confine per lo studio progettuale del collegamento Calalzo-Cortina. «Nessun ritardo», replica il presidente Roberto Padrin, «l’amica De Berti sa che c’è un inghippo procedurale. Dopo mesi l’abbiamo risolto e fra poco faremo avere quei soldi».
Ma il vero ritardo, secondo la Regione, è il terzo incomodo tra la Val Boite e la Val d’Ansiei, con il traforo della montagna all’altezza di San Vito.
«In effetti ci siamo dati la zappa sui piedi», riconosce il sindaco di Cortina, Giampietro Ghedina; il quale è favorevolissimo alla direttrice Calalzo-Cortina. E, guarda caso, non è contrario neppure ad un eventuale sbocco a nord di tipo autostradale, in Cadore, «ma a condizione», dice, «che sia accettato dai residenti».
Il Treno delle Dolomiti verrebbe a costare più di un miliardo nella terza soluzione, quella indicata dai sindaci.
«Questa è l’opzione del territorio, dopo un’approfondita riflessione», afferma De Carlo, «bisogna tenerne conto. Ma senza rinunciare, perché se a Cortina non arriviamo noi, ci arriverà l’Alto Adige, pronto a sfruttare le ricadute dei Mondiali e delle Olimpiadi».
Renzo Bortolot, sindaco di Zoppè e presidente della Magnifica, assicura che i sindaci vogliono il treno, anche perché questa è la tendenza del turismo. «L’autostrada, invece, non piace proprio a nessuno perché», secondo Bortolot, «emarginerebbe ulteriormente queste valli». «Lo so, i capitali privati», interviene De Carlo, «si farebbero avanti per finanziare l’autostrada, non certo il treno; ma alle nostre vallate non serve una via di fuga, come sarebbe appunto la Venezia-Monaco, quanto piuttosto sarebbe indispensabile migliorare la viabilità esistente».
«Il treno per Auronzo e la Val d’Ansiei è anche l’opzione del Comelico», afferma Alessandra Buzzo, sindaco di Santo Stefano e presidente dell’Um, «e, per quanto riguarda l’A27, è la Convenzione delle Alpi a impedirla». Tatiana Pais Becher, sindaco di Auronzo, conferma che il collegamento ferroviario è molto atteso anche dalla Val Pusteria, che punta su Cortina, ma soprattutto su Venezia, per collegamenti rapidi. L’autostrada non dispiacerebbe invece al sindaco Padrin. «Il treno è fascinoso, ma non so se farebbe tornare i conti. Di uno sfondamento a Nord, per evitare l’isolamento, la Provincia ha invece estremo bisogno. Con tutte le cautele del caso. Quindi sarebbe opportuno almeno iniziare a parlarne, con serenità. E con la massima disponibilità al dialogo, al confronto». —
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