«Venezia prenda una decisione»
CESIOMAGGIORE. L'abolizione delle Province ha portato alla formazione di tutta una serie di nodi normativi che a distanza di un anno dall'approvazione della legge Delrio ancora non sono stati sciolti. Tra questi, per quanto attiene la Provincia di Belluno, c'è anche la gestione della cultura, che dopo un palleggio serrato di competenze ora è in bilico sopra la metà campo, in attesa che la Regione riconosca con un'apposita convenzione il ruolo centrale della Provincia.
«In questo momento manca un riferimento tecnico-politico», evidenzia il consigliere provinciale con delega Paolo Vendramini, «di questo stanno risentendo importarti strutture, come il museo di Seravella. Stiamo aspettando da tempo che la Regione firmi l'accordo con noi, l'ente Parco, i Comuni di Cesiomaggiore e Santa Giustina e il consorzio Bim, che con un apposito accordo interverrà nel 2017 per salvare con risorse specifiche il servizio di interprestito bibliotecario, e quindi parte della Rete. Daniela Perco ha svolto in questi anni un lavoro straordinario, e questo in Regione lo sanno», esclama con fermezza, il consigliere provinciale con delega alla cultura, «ma ciò che manca è il riconoscimento scritto dell'importanza del museo etnografico a livello nazionale».
Con la cessione della funzione culturale alla Provincia «si potrebbero mettere a bilancio delle cifre a sostegno del capitolo, si potrebbe coordinare l'occupazione, togliendo questa confusione che aleggia da tempo, impedendo una programmazione anche soltanto a breve termine». Sia per il capitolo museale sia per quello bibliotecario la Regione ha ricevuto un sacco di manifestazioni di sostegno, dalle 5 mila firme per salvare l'interprestito e la catalogazione libraria alle decine di lettere inviate per salvaguardare il tesoro di Seravella.
Ma «ad oggi la Regione Veneto non ha preso posizione», sbotta infine Perco. Senza mostre tematiche, progetti di ricerca, catalogazione del materiale raccolto o donato e pubblicazioni, il museo è vivo per metà. (f.v.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi