«Venezia riattivi il servizio notturno dell’elisoccorso»
La richiesta dei gruppi di maggioranza di Palazzo Rosso: «È attivo un po’ ovunque, Belluno è la solita cenerentola»
BELLUNO. «Non c’è tempo da perdere, non possiamo più aspettare: l’elisoccorso deve essere attivo anche di notte». Il grido di allarme viene lanciato dai gruppi di maggioranza del consiglio comunale (In Movimento, Belluno di Più, Insieme per Belluno), che chiamano in causa la Regione: «Basta, non si può tergiversare. Bisogna chiedere alla Regione Veneto di ripristinare il servizio di elisoccorso notturno e di dare garanzie affinché la Centrale operativa del 118 rimanga nella nostra provincia, tanto più considerata l’imminente realizzazione della nuova base di elisoccorso, che ci auguriamo presto di poter utilizzare».
C’è anche la firma di Fabio “Rufus” Bristot, per anni delegato provinciale del Soccorso alpino, tra i consiglieri che hanno stilato il documento, inviato per conoscenza a tutti i sindaci della provincia. «C’è la necessità che il servizio di elisoccorso venga da subito potenziato, per partire con la sperimentazione sin dal prossimo anno e pervenire nel 2019 a regime con la partenza del servizio h24», scrivono i consiglieri. «Non sarà neppure lontanamente pensabile che possa essere Treviso a dover garantire questa tipologia di servizio, soprattutto perché nell’urgenza e nell’emergenza sanitaria non deve vigere il principio “dell’area vasta” (prestazione differibile nello spazio, quindi anche nel tempo), ma quello “dell’area ristretta” (neologismo assai calzante), dove la prestazione deve essere pressoché immediata, quindi la più vicina possibile all’utente».
I consiglieri ricordano che l’elisoccorso a Belluno, partito ufficialmente il 1° giugno 1988, fu un’esperienza antesignana in Italia, che vide anche la nostra provincia all’avanguardia assieme a Trento Bolzano e la Val d’Aosta. «La provincia di Belluno fu addirittura la prima a sperimentare il volo notturno ancora nel 1998», mettono in risalto. «Alla chiusura di tale sperimentazione i sindaci dell’intera provincia chiesero unanimemente e con grande determinazione la garanzia che l’elisoccorso fosse almeno attivo dall’alba al tramonto».
«La sospensione del servizio legato al cosiddetto “tempo prolungato” avvenuta nell’ultimo biennio», continuano i consiglieri, «ha di fatto soppresso la pronta disponibilità del nostro elicottero, con la necessità di ricorrere a Trento, Bolzano e Treviso negli orari non coperti dall’elisoccorso bellunese, condizione già di per sé stessa penalizzante per tutto il territorio».
Trento e Bolzano, nel frattempo, stanno effettuando felici sperimentazioni/attività legate all’elisoccorso notturno e la Lombardia ha iniziato il percorso da quest’anno. Nella stessa direzione si stanno muovendo Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna. «Nella nostra provincia, invece, è tutto incomprensibilmente fermo, nonostante le cogenze che quotidianamente si registrano», fanno notare. «Rischiamo di rimanere, nel contesto del panorama nazionale prima ricordato, una Cenerentola infreddolita in attesa di chissà quali eventi straordinari che conducano a ottenere anche nella nostra provincia e nelle nostre Dolomiti il servizio di elisoccorso notturno a favore della comunità della montagna e dell’utenza turistica».
I consiglieri ricordano anche il ruolo determinante della Centrale operativa di Pieve di Cadore: «Nonostante non sia stato ancora definito il Numero unico dell’emergenza (Nue) 112 nella nostra provincia e nelle altre province del Veneto, continua a detenere, proprio per le peculiarità territoriali e la tipologia dei soccorsi, un ruolo strategico».
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