Venti candidati e sorprese nel listone

Resta fuori Leandro Grones, l’Agordino punta su Silvia Tormen. Si vota l’8 gennaio e sarà battaglia per conquistare i seggi
Di Alessia Forzin

BELLUNO. Venti candidati, tre liste e qualche sorpresa. Tutte arrivano dalla lista istituzionale “Provincia di Belluno progetto comune”, il listone bipartisan dei sindaci: nove i candidati, nessun rappresentante dell’Alpago e uno solo per l’Agordino. Quello meno scontato. Leandro Grones ha passato il testimone alla collega di Taibon Silvia Tormen. Sarà lei a rappresentare la vallata alle elezioni dell’8 gennaio.

Le liste. L’ufficio elettorale ha ammesso alla competizione tutte e tre le liste che sono state depositate. Due sono arrivate sul tavolo domenica mattina. Alle 11.27 è stata presentata “Per le autostrade del futuro” (capolista Renata Dal Farra di Limana, con lei Massimo Bortoluzzi di Alpago, Renato Perri di Vodo, Paolo Selva Moretti di Agordo e Giuseppe Trevisiol di Ponte nelle Alpi). Ha raccolto 49 firme autenticate. Pochi minuti dopo si sono presentati a Palazzo Piloni i rappresentanti del Bard, con la lista “Sindaci e consiglieri per l’autonomia” (54 firme accettate dall’ufficio elettorale). Capolista è Ivan Minella, consigliere a Santa Giustina, con lui Alberto Ghelli (Cibiana), Roberto Brustolon (Val di Zoldo), Riccardo De Zolt (Santo Stefano), Fulvio Valt (Falcade) e Alfonso Liotta (Pedavena).

Il “listone”. Ieri mattina è arrivata la terza lista, quella istituzionale, dei sindaci, frutto di quell’accordo fatto due anni fa sulla base di una rappresentanza territoriale e politica. Sessantuno firme in appoggio a Serenella Bogana (sindaco di Alano), Mirco Costa (consigliere a Belluno), Ezio Lise (consigliere a Feltre), Jacopo Massaro (sindaco di Belluno), Roberto Padrin (sindaco di Longarone), Pierluigi Svaluto Ferro (sindaco di Perarolo), Silvia Tormen (sindaco di Taibon), Calogero Matteo “Lillo” Trinceri (consigliere a Trichiana) e Paolo Vendramini (sindaco di Ponte nelle Alpi).

Non c’è Leandro Grones, che nel 2014 aveva preso 64 voti pari a 7.084 punti (quinto più votato della lista). «È stata una scelta personale, ma condivisa con il gruppo», assicura lui. «Mi dedicherò di più al Comune d’ora in avanti». La scelta dell’Agordino comunque è chiara. La vallata può contare su un bacino di voti che permette di fare, con certezza, un consigliere. I voti pesano più in Valbelluna che in montagna, perché la ponderazione si fa sulla base della popolazione. L’Agordino ha preferito non rischiare di dividere i voti fra due candidati e di concentrarli su uno: Silvia Tormen.

I programmi. Se il Bard porterà le istanze autonomiste a Palazzo Piloni e “Per le autostrade del futuro” ha già nel nome la sintesi del suo programma (che si estende anche ai temi dell’energia e dei rifiuti), i sindaci hanno mantenuto il programma di due anni fa. Attenzione al turismo, culturale e ambientale, un freno al consumo di territorio, il potenziamento della ferrovia e il miglioramento delle strade esistenti. È stato aggiunto il tema centraline: i candidati si pongono l’obiettivo di frenare lo sfruttamento ambientale inutile (chissà se le centraline dei Comuni ricadono in questa accezione). Infine un dictat: la Provincia deve tornare elettiva. Punto che accomuna tutti i candidati delle liste in corsa per le elezioni dell’8 gennaio.

L’elezione. Si vota l’8 gennaio, a Palazzo Piloni dalle 8 alle 20, ma sono già arrivate richieste per ampliare l’orario. La giornata cadrà alla fine delle festività e del ponte dell’Epifania, e considerando che ogni voto stavolta rischia di pesare, nessuno vuole rischiare di perderne.

Le liste battaglieranno per conquistare i seggi, secondo il metodo d’Hondt, che prevede una ripartizione in base ai voti (ponderati anche questi) raccolti dalla lista.

Di ciascuna lista, poi, entreranno i candidati che avranno ricevuto più punti, non più voti. Dunque sarà caccia ai consiglieri che pesano di più. Belluno, Feltre, la Valbelluna, il Comune di Alpago. Le vere strategie inizieranno adesso.

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