Vento fortissimo a Mellame venti le case scoperchiate

I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la giornata per rimuovere le tegole pericolanti dai tetti e liberare le strade della frazione Strappazzon: «Danni pesanti»

ARSIÈ. Il vento colpisce ad Arsiè. Frustate ad alta velocità soprattutto nella frazione di Mellame, dove per tutta la giornata di ieri i vigili del fuoco hanno dovuto fare parecchi interventi per case scoperchiate. Numerose tegole sono cadute dai tetti, finendo sulle strade, dove fortunatamente non hanno centrato persone in transito o auto in sosta. Non risultano danni collaterali. Il maltempo si è scatenato mercoledì sera, verso le 20, con pioggia e forti raffiche, che hanno vinto la resistenza delle coperture in via Verdi e dintorni.

Non come Vaia, ma «un’ora e mezza è bastata, per provocare danni anche importanti a un buon numero di abitazioni», spiega il sindaco Luca Strappazzon, «già ieri mattina siamo arrivati sul posto e abbiamo trovato i vigili del fuoco al lavoro, sulla base delle segnalazioni che avevano ricevuto dai paesani. Le vie più investite dal vento sono state tre o quattro per un totale di una ventina di case. Qualcosa è successo anche nel centro di Arsiè, ma niente in confronto a questa zona del nostro territorio, che è stata senz’altro la più investita dalla furia del vento».

I lavori hanno seguito una scaletta dettata dall’urgenza, oltre che dal buon senso: «Prima le case abitate e poi le seconde case», riprende Strappazzon, «era giusto concentrarsi innanzitutto sugli arsedesi che vivono abitualmente in una frazione di 200 abitanti scarsi. Anche perché, in qualche caso, non è stato per niente facile contattare i proprietari degli appartamenti, che in questo periodo dell’anno sono disabitati».

I vigili del fuoco del distaccamento di Feltre hanno lavorato tutto il giorno, per mettere in sicurezza i tetti danneggiati e rimuovere le tegole finite sull’asfalto e solo in serata sono tornati in caserma: «Dobbiamo ringraziarli per l’opera che hanno prestato al servizio della nostra collettività», chiude Strappazzon, «sempre con la speranza di non dover fronteggiare un’emergenza tutte le volte che piove con una certa intensità». —

G.S.



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