Verona porta Palazzo Piloni al Tar

Il comune scaligero con due società di trasporto contesta soldi messi da Venezia

BELLUNO. Un’altra grana per palazzo Piloni e per la presidente Daniela Larese Filon.

Nei giorni scorsi è arrivata notizia del ricorso davanti al Tar del Veneto promosso dal comune di Verona, dall’Atv srl sempre di Verona e della Svt srl di Vicenza, cioè le due società di trasporto, presentato contro la Regione Veneto e nei confronti della Provincia di Belluno (insieme a quella di Rovigo e di Treviso).

Lo scopo del ricorso è quello di annullare parzialmente la delibera della giunta regionale 1916 del novembre dell’anno scorso in cui sono state assegnate maggiori risorse alla Provincia bellunese.

Motivo del contendere sono 318.281 euro che in parte sono andati a palazzo Piloni (271.494 euro) e in parte al comune di Belluno (46.787 euro), soldi che per il capoluogo scaligero, per la sua società di trasporto e per quella vicentina non dovevano finire nelle casse bellunesi. Attualmente però solo la Provincia, in quanto riconosciuto ente gestore del servizio, ha deciso di costituirsi in giudizio.

Sotto accusa sono finiti circa un milione di euro di residuo derivante dalla spartizione del fondo nazionale 2016 pari a circa 400 milioni di euro da dividere tra trasporto su gomma e su rotaia. Secondo l’interpretazione dei ricorrenti al tribunale amministrativo veneto, quei soldi avrebbero dovuto andare alle realtà più “virtuose” cioè a chi aveva staccato più biglietti, ma la commissione regionale ha deciso invece di venire incontro alle aree svantaggiate con un’utenza debole, come appunto Belluno.

«Quei 300 mila euro che sono stati stanziati a nostro vantaggio», precisa la presidente Larese Filon, «sono serviti per continuare il collegamento tra San Candido e Santo Stefano, molto importante per i tanti bellunesi che lavorano oltre confine. Ma anche per rispondere alla necessità di intensificare i collegamenti con lo stabilimento di Luxottica ad Agordo durante alcuni mesi di aumento di produzione. Se non avessimo avuto quelle risorse (risorse che devono ancora arrivare, ndr) questo servizio avrebbe dovuto essere sospeso. E ora dobbiamo anche costituirci in giudizio per questo motivo».

Il ricorso, però, non chiede la sospensiva al Tribunale e questo potrebbe significare il dilatarsi della definizione della vicenda giudiziaria. (p.d.a.)

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