Verri: «L’alpinismo è la mia vita e davanti al pericolo mi fermo»
SANTO STEFANO. Sale sul palco del Pelmo d'oro Giorgio Redaelli, premiato per la carriera alpinistica, e rivolgendosi a Pierangelo Verri, a sua volta premiato perché è un alpinista in attività, gli dice: «Ti invidio per la tua freschezza». Giorgio ha 81 anni, Pierangelo 54. «Questo premio proprio non me lo aspettavo», confida Verri.
Perché ti rifiuti di vivere sotto i riflettori?
«Io faccio l'artigiano e quando ho tempo, soprattutto quando sento il vuoto dentro, salgo in montagna».
A 54 anni cosa ti proponi? «Niente, sono a fine carriera, per questo mi hanno premiato. Io non programmo quella che è una mia passione, l'alpinismo appunto».
Una passione nata quando?
«Quando ho deciso che le scorribande da ragazzo non mi bastavano più. Volevo misurarmi finalmente con qualcosa d'impegnativo».
La montagna per te è una palestra? Il filmato trasmesso qui al Pelmo d'oro certifica che voli come un'aquila. Aquila che cerca i posti più inaccessibili.
«La montagna per me è vita. Si, è vero, preferisco la selvaggità»
C'è ancora wilderness sulle Dolomiti?
«Sì, quanto mi basta».
Vengono i brividi a vederti arrampicare. Riesci a fermarti di fronte al pericolo?
«L'alpinismo è la mia vita, non la morte. Bisogna sapersi fermare. E io l'ho fatto parecchie volte».
E per questo che non scegli il palcoscenico?
«Non mi piace salire davanti al rifugio, da dove ti guardano. La solitudine è la mia dimensione. Per questo non voglio essere intervistato, soprattutto non mi piace andare in tivù».
Ma nella solitudine che cosa cerchi? Con chi sei in relazione?
«Con me stesso e con la natura»
Ce n'è ancora di natura nella nostra montagna artificializzata?
«Ce n'è, ce n'è».
Certo è che quando ti misuri con te stesso, magari insieme ad un compagno di cordata, impegnandoti in tre vie difficilissime al Bosconero, da consumare nella stessa giornata...
«No, piano piano... Io non consumo un bel niente. In quella circostanza ho voluto solo provare un'emozione diversa dalle solite».
Per la Giuria del premio "Pelmo d'Oro" 2016 per l'alpinismo in attività, Pierangelo Verri “è un alpinista di primissimo ordine, uno degli ultimi rappresentanti del vero alpinismo di avventura. L'attività di Pier Verri varia dall'apertura con mezzi tradizionali di itinerari di elevata difficoltà in zone spesso remote come le Dolomiti Meridionali, alle free solo, alle solitarie invernali, alle libere integrali. Il valore delle salite effettuate resta da sempre soffocato dalla poca notorietà delle pareti da lui scelte per le proprie realizzazioni: cime poco conosciute al pubblico, ma proprio per questo ideali a itinerari di una logica oramai introvabile in gran parte delle Alpi”.
«Grazie», ci congeda, «ma adesso spegnete i riflettori». (fdm)
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