Verso Pordenone in quindicimila tra alpini e famigliari

I primi sono già arrivati, alcuni ci andranno a piedi Ognuna delle tre sezioni si porta appresso bande e cori
Di Francesco Dal Mas
GRUPPO DI FELTRE ADUNATA TRIVENETA DEGLI ALPINI Al raduno Triveneto sfila la sezione di Feltre
GRUPPO DI FELTRE ADUNATA TRIVENETA DEGLI ALPINI Al raduno Triveneto sfila la sezione di Feltre

BELLUNO. I primi alpini delle Dolomiti sono già scesi a Pordenone, in riva al fiume Noncello, mentre da Tambre stanno riscaldando i motori, pardon i muscoli, coloro che saliranno alla Palantina per poi scendere verso Piancavallo e raggiungere il capoluogo della Destra Tagliamento a piedi.

Più di 3 mila le penne nere che hanno programmato la loro partecipazione all’87ma adunata. Ma i bellunesi presenti saranno di gran lunga più numerosi. «Noi calcoliamo che per ogni ‘vecio’ o ‘bocia’ possano intervenire dai 2 ai 4 famigliari, parenti o amici» anticipa Nino Geronazzo, vicepresidente nazionale dell’Ana, responsabile dell’organizzazione del raduno pordenonese. Quindi? «Potremmo aspettarci a Pordenone dai 12 ai 15 mila bellunesi, come dai 40 ai 50 mila trevigiani». E complessivamente? «Non meno di 350 mila fra alpini e loro amici», azzarda ancora Geronazzo. Il quale fa sapere che le prenotazioni di posti in albergo vanno dal litorale di Jesolo e Bibione fino a Ponte nelle Alpi e Belluno, dal momento che le brandine predisposte dall’organizzazione non sono più di 16 mila, mentre le penne nere in sfilata saranno almeno 90 mila.

Quindi la ricaduta economica di questo appuntamento si farà sentire anche ai piedi delle Dolomiti. L’anno scorso a Piacenza sono stati calcolati 120 milioni di giro d’affari, mentre i costi della quattro giorni scarpona sono stati di un milione e 800 mila euro. Un affare, per davvero, a tutto vantaggio dell’economia non solo locale, ma dell’hinterland che, nel caso, pordenonese, salirà fino in montagna.

Angelo Dal Borgo, presidente dell’Ana di Belluno, mette in conto che tra i 1000 ed i 1500 alpini della sua sezione possano raggiungere il Noncello, quindi da Belluno e dal territorio potrebbero scendere non meno di 5000 alpini, chi in pullman, chi, la maggioranza, in auto, altri con i treni speciali, almeno da Conegliano. La polizia municipale di Pordenone fa sapere, infatti, che entrare in città, già da oggi, sarà problematico e che, pertanto, converrà lasciare l’auto a Sacile piuttosto che a Conegliano, rendendosi disponibili ad utilizzare le navette ferroviarie. Feltre non vorrà essere di meno. Circa 1500 le penne nere in movimento, poco meno di 5 mila i feltrini diretti a Pordenone. Ogni sezione si porterà appresso bande e cori, con concerti disseminati fra Pordenone ed i Comuni limitrofi. I cori canteranno anche in chiesa, nonostante stia prevalendo un orientamento a farli esibire in altre sedi, dal momento che i loro pezzi non sono propriamente spirituali.

In diocesi, come quella di Vittorio Veneto, è fatto consiglio di non cantare ai funerali "Signore delle cime" e di non recitare la preghiera dell’alpino, tanto che è dovuto intervenire lo stesso vicepresidente Geronazzo con la curia per tentare una mediazione. "D’altra parte siamo in casa di altri" commenta Geronazzo. Un migliaio gli alpini che scenderanno dal Cadore. I primi si sono già dati appuntamento per l’alzabandiera di venerdì mattina. Saranno accompagnati da non meno di 4 mila tra cadorini, ampezzani, comelicesi. "Gli alpini un esempio per l’Italia" è il tema dell’adunata, al quale si ispirano anche gli striscioni. Molto politici - di una politica sana – gli striscioni dei gruppi del Feltrino. "La nostra politica per un’Italia migliore" si legge in uno. "L’alpinità è onestà e solidarietà" afferma perentoriamente un altro. «Grazie alle donne e agli amici linfa del nostro futuro» insiste un terzo, cogliendo un altro, chiaro messaggio dell’adunata. «Il nostro impegno è di far ripartire la leva come servizio civile, magari per la sicurezza del territorio» ha detto il presidente nazionale dell’Ana, Sebastiano Favero, presentando l’adunata alla stampa. Una mini-leva, di tre mesi, ha spiegato. E sarà proprio questa opportunità che lo stesso Favero sottoporrà al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, se accetterà l’invito a presenziare domenica alla sfilata. Una presenza per la quale si sta spendendo anche Debora Serracchiani, governatrice del Friuli Venezia Giulia.

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