Via dei Papi, è polemica «Uno spreco di risorse»

L’ideatore del Cammino delle Dolomiti, Guglielmi contro la Regione: «Replicato il nostro percorso. E poi perché i soldi a Sedico se non c’entra con i pontefici?»

BELLUNO. Via dei Papi o Cammino delle Dolomiti? Il dilemma si sta trasformando in polemica tra l’ideatore del secondo e gli artefici del primo. Motivi del contendere sono la quasi certa sovrapposizione dei due percorsi «con uno spreco di denaro», ma soprattutto il fatto che le risorse siano state spostate da Belluno a Sedico. «Un Comune che con i papi di certo non ha avuto mai nulla a che fare. Eppure basterebbe un po’ di coordinamento tra i due soggetti per riuscire a realizzare qualcosa di bello senza sprecare risorse», commenta Luigi Guglielmi, ideatore del Cammino delle Dolomiti. E poi aggiunge: «Quello che chiedo è che si giochi questa partita sul buon senso: abbiamo tutti poche risorse, perché sprecarle così?».

Guglielmi sottolinea come «quando si è iniziato a parlare della Via dei Papi, il consigliere Dario Bond aveva tutto in mano, e per gestire la partita si era appoggiato alla comunità montana Belluno-Ponte nelle Alpi allora presieduta da Giorgio De Bona. Poi ad un tratto, dalla Cm quei 748 mila euro sono passati al comune di Sedico, che non ha nulla a che fare con l’iniziativa». Riflessioni politiche che si aggiungono a quelle più tecniche relative ai due percorsi. «I due percorsi sono identici anche come finalità e rischiano di essere sovrapposti in alcuni tratti con uno spreco di denaro pubblico», dice l’ideatore del Cammino delle Dolomiti che passa poi a considerare come «si rischia di vanificare tutto lo sforzo fatto in questi anni per il Cammino da volontari e da chi ha impegnato risorse e tempo in questo progetto. E quando chi gestiva finora questa partita uscirà di scena la Via dei Papi avrà ucciso il Cammino delle Dolomiti».

Guglielmi evidenzia come all’inizio «secondo voci di corridoio si pensava che l’iniziativa veneta per la fede fosse collegata a un turismo da pullman, lasciando invece la parte del trekking al Cammino. E questo poteva andare anche bene visto che non c’era sovrapposizione, ma invece ora si viene a sapere che saranno entrambi con le stesse finalità e gli stessi percorsi. E poi quando ci sarà da sistemare i sentieri chi lo farà? Un conto è avere un percorso, un conto sono due».

Gli ideatori del Cammino delle Dolomiti con questo nuovo progetto regionale, si sentono «calpestati, asfaltati. Con il Cammino avevamo cercato di partire con tutt’altre premesse e criteri, coinvolgendo la gente, il volontariato, i paesi. Invece ora ci troviamo con lo stesso percorso, gli stessi scopi e lo stesso target. E il timore è che possano prendere anche il nostro stesso logo giallo-rosso per il percorso. È come vedere un elefante che si muove dentro una cristalleria».

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