Via Feltre, in quattrocento contro il rumore dei treni

I residenti firmano una petizione per chiedere lo spegnimento dei motori durante il rifornimento. «Non si dorme e l’odore emanato è insopportabile»
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. C’è il rischio di inquinamento acustico e ambientale in via Feltre, in corrispondenza degli alloggi che danno verso la ferrovia. Ne è consapevole anche il sindaco Jacopo Massaro, che ieri ha incontrato il professor Massimo Di Maggio, portavoce dei quasi 400 residenti della via, che hanno sottoscritto un documento in cui si chiede di mettere un freno a questa situazione.

Un disagio che è collegato al rifornimento di carburante e che è nato «con l’entrata in vigore dell’orario cadenzato», spiega Di Maggio. «Da quel momento non abbiamo avuto più pace. I treni sono praticamente sempre accesi, con la conseguente fuoriuscita di fumi e polveri sottili che si spargono nell’aria. Molti residenti non possono nemmeno mettere la testa fuori dalla finestra senza avere problemi agli occhi; se qualcuno, poi, osa stendere le lenzuola, le ritrova odoranti di gasolio. E cosa dire del frastuono che non ci lascia nemmeno dormire?».

«I rifornimenti», prosegue, «sono aumentati a dismisura e conseguentemente anche i rumori: ogni giorno si parla di una decina di rifornimenti (con punte anche di 14-15) dalle 9 a mezzanotte. Ma non è strano sentire le motrici in funzione già dalle due di notte», aggiunge Di Maggio. «Così non si può andare avanti: nemmeno coi tappi alle orecchie si riesce a riposare».

Nell’incontro di ieri a palazzo Rosso, il sindaco ha promesso il proprio interessamento, con la richiesta a Trenitalia di spostare la pompa di carburante più distante. «Il problema di via Feltre non è nuovo», dice Massaro, «tanto che ci eravamo già attivati con la società ferroviaria per vedere di modificare l’utilizzo di quella pompa di gasolio. Con i dirigenti di Trenitalia ci eravamo dati appuntamento per i primi di febbraio per vedere se qualcosa fosse migliorato. Ma a sentire i residenti, nulla è praticamente cambiato, perché le motrici restano accese per ore, i rumori ci sono e le polveri sottili invadono l’aria. Sappiamo che nel regolamento ferroviario è previsto che i motori siano spenti durante il rifornimento, ma a quanto pare nessuno segue questa norma. Chiederemo a Trenitalia il motivo di questi comportamenti: per quel che ci riguarda, non possiamo rischiare l’inquinamento acustico e dell’aria».

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