Via gli sbandati dal vecchio deposito della stazione di Feltre
Sporco e puzza, c’è l’ordine di sgombero. L'edificio è utilizzato come ricovero da un gruppo di sbandati che hanno due giorni di tempo per lasciare l’edificio
FELTRE. Il Comune ordina lo sgombero dello stabile occupato abusivamente vicino ai binari del treno, proprio di fronte all’istituto scolastico delle Canossiane. Giacigli di fortuna, coperte, panni stesi, teli appesi come paravento su due ingressi con i portoni spalancati probabilmente per il caldo e tutto intorno un accumulo di rifiuti di ogni genere. In mezzo all’accampamento anche deiezioni animali e umane in quantità tali da comportare problemi igienico sanitari, aggravati dalla mancanza di servizi come acqua e scarico fognario.
È uno stato di generale degrado quello che si presenta nel vecchio edificio adibito a deposito merci attualmente in disuso nell’area della stazione ferroviaria e diventato negli ultimi mesi il ricovero di fortuna di persone senza fissa dimora. La condizione è di emergenza e lo stabile deve essere liberato entro domani con tanto di intervento degli operai per tamponare gli accessi. Lo sgombero è stato deciso dal Comune, ma del ripristino delle condizioni di salubrità e della chiusura dei portoni per evitare che il deposito venga occupato di nuovo, dovrà occuparsene Rfi (Rete ferroviaria Italia), perché l’immobile è suo, come precisato nell’ordinanza “di necessità e urgenza con pericolo per igiene-sanità pubblica” firmata dal sindaco.
«Così non si può andare avanti», dice Paolo Perenzin. «La situazione non è sostenibile dal punto di vista igienico sanitario». Segnalazioni a più riprese sono arrivate anche da famiglie che hanno i ragazzi che vanno a scuola alle Canossiane lì davanti e vedono quotidianamente il peggiorare di una condizione che è degenerata nel corso dei mesi, peggiorando sempre di più. Adesso scatta l’ordinanza di sgombero, che dalla data di pubblicazione (ieri) dà due giorni di tempo alle persone presenti non autorizzate di abbandonare l’immobile e specifica che il compito di eliminare lo stato indecoroso in cui si trova l’area «rimane in capo alla proprietà».
Rfi viene quindi invitata a «provvedere alla notifica del provvedimento, all’inizio dei lavori per l’interdizione in via definitiva della possibilità di accesso al fabbricato da parte di persone non autorizzate e al ripristino delle condizioni igienico sanitarie, di salubrità e del decoro». Tutto nasce dalla segnalazione avuta da parte della Polizia ferroviaria di Belluno e protocollata ancora ad inizio aprile. È seguita la relazione del Comando di Polizia locale lo stesso mese, con la quale è stato segnalato che l’immobile adibito a deposito merci e attualmente in disuso risulta utilizzato come bivacco da persone senza fissa dimora, in particolare di notte, nonostante l’area sia già transennata e vietata ai non addetti ai lavori. In più, una porzione del tetto presenta segni di ammaloramento.
L’amministrazione sottolinea inoltre come l’offerta di assistenza alle persone interessate e le proposte formulate da parte del personale dell’Azienda Feltrina per i servizi alla persona siano state rifiutate. «A fronte della risposta negativa», aggiunge infine nell’ordinanza del sindaco, «rimane comunque la disponibilità a una prima assistenza d’emergenza sociale, se richiesta, agli aventi diritto». Si tratta di casi che presentano delle difficoltà, che il Comune attraverso i suoi servizi ha cercato di seguire, «ma per usufruirne, le persone devono decidere di ascoltare il progetto individuale per loro», spiega Paolo Perenzin. Che ribadisce: «Quello che è certo è che lì non possono stare».
Raffaele Scottini
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