«Via Imu e Tasi dai negozi e noi abbassiamo gli affitti»
BELLUNO. «Solo se il Comune di Belluno annullerà le tasse sul patrimonio - Tasi e Imu - per i negozi, i proprietari potranno abbassare gli affitti». La proposta arriva dal presidente nazionale di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, e dal “collega” regionale, il bellunese Michele Vigne. «La nostra è una proposta importante nell’ottica del rilancio del centro storico, dove ormai gran parte dei negozi sono chiusi», sono le parole di Spaziani Testa. «L’abbandono del cuore della città comporta problemi di degrado e sicurezza, oltre che disagi per l’intera economia cittadina. Le varie amministrazioni locali facciano un esame di coscienza e decidano se preferiscono che si generino questi disagi nella loro città o se non sia meglio abbassare la tassazione sugli immobili per riavviare l’economia locale. Con le locazioni abitative abbiamo raggiunto l’accordo per i canoni concordati e questo ha dato un nuovo impulso al mercato. Ora dobbiamo farlo anche per le attività economiche».
Confedilizia chiede, quindi, una tassazione più equa, «perché tra Irpef, addizionali regionali e comunali, Imu e Tasi, l’imposizione fiscale ha raggiunto un peso del 60%. Al proprietario resta poco in mano e con quello deve provvedere alla manutenzione ordinaria. Non dimentichiamo, poi, che se l’inquilino è moroso, tocca al proprietario farsi carico di saldare i conti, pagando tasse su importi mai percepiti».
E allora cosa fare? «Circa 6-7 mesi fa siamo stati sentiti dal sindaco Massaro e dall’assessore Frison, che ci hanno chiesto cosa proponevamo per rilanciare il centro storico. Noi abbiamo chiesto di azzerare le tasse sul patrimonio al proprietario per un breve periodo, i mesi necessari all’avvio del nuovo negozio. Solo così si può pensare di ridurre il canone di locazione. Ci hanno detto che ci avrebbero fatto sapere, peccato che da quel giorno non abbiamo visto più nulla. Abbiamo letto che sono state chiamate le categorie imprenditoriali per fare un accordo. Se siamo rimasti fuori, significa che non vogliono dialogare con noi», precisa Vigne.
Se da un lato si chiede la detassazione, dall’altro a livello nazionale Confedilizia si sta muovendo affinché il legislatore preveda una deroga alla norma del 1978 che impone ai proprietari di siglare dei contratti di 6 anni più altri 6 o di nove più altri nove con lo stesso canone. «È anacronistico pensare che una persona possa rimanere in un negozio per sei o nove anni con lo stesso affitto. Bisogna attivare contratti più brevi e con importi variabili nel tempo, per venire incontro a chi avvia un’attività», dicono ancora Vigne e Spaziani Testa. «Se questo avvenisse, si potrebbe sicuramente avere più possibilità di affittare gli immobili, che rischiano altrimenti di rimanere sfitti. Serve più flessibilità per adattarsi ai tempi attuali».
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