Via la polvere, brillano i colori della pala d’altare di Mussoi
I colori appaiono più brillanti, le increspature degli abiti maggiormente definite. È giunto a buon punto il restauro della pala d’altare della chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo, a Mussoi. Mariangela Mattia e i suoi collaboratori, incaricati dalla parrocchia di occuparsi del restauro dell’opera, presenteranno i primi risultati stasera alle 17, proprio nella chiesetta che si affaccia su via Gregorio XVI, all’interno della rassegna “Mussoi in festa”.
La pala era stata smontata all’inizio di agosto, e proprio durante questa operazione erano emerse una pistola e munizioni risalenti alla Prima Guerra Mondiale. Erano nascoste in una nicchia dietro l’altare, tanto grande da poter ospitare un uomo. L’arma e i proiettili erano stati affidati alla Polizia, la pala invece era stata trasportata nel laboratorio di Mariangela Mattia.
L’opera
La tela risale al 1594 ed è stata attribuita ad Antonio Cicogna, pittore trevigiano attivo nel territorio veneto fra il 1590 e il 1597. Raffigura la Madonna con Bambino, accanto ci sono San Giacomo e San Giovanni Battista. Il restauro è finanziato dalla parrocchia di Mussoi, che ha in mente anche un piano per valorizzare la chiesetta al cui interno sono sepolti i genitori di Papa Gregorio XVI. Ma per restituire alla comunità l’edificio serviranno parecchi soldi, che devono essere trovati. Nel frattempo i frati hanno deciso di riportare all’antico splendore la pala d’altare.
Il restauro
La tela non era in cattive condizioni di conservazione. C’erano alcuni buchi lungo i bordi, dovuti a un intervento di richiodatura, e anche sulla tela. «Abbiamo rilevato la presenza di alcuni buchi e tagli, fortunatamente di dimensioni limitate, dovuti ad urti accidentali che erano stati riparati sul retro con toppe di piccola dimensione», racconta Mariangela Mattia. Il colore si era sollevato in alcuni punti, in altri si era proprio staccato, e in altri ancora si presentava abraso, consunto e ossidato.
Su tutta la superficie del dipinto era presente un consistente deposito di polvere e sporco grasso di varia natura, che si era depositato nelle rugosità del colore e che aveva ingrigito e opacizzato le tonalità della policromia. I restauratori hanno rinvenuto anche colature di cera e diffuse macchie di varia natura.
I lavori effettuati
Mariangela Mattia e i suoi collaboratori hanno completato la fase conservativa del restauro, operazione che mira a preservare l’integrità dei materiali originali. Prima di tutto hanno posato una velinatura protettiva delle parti a rischio distacco, con carta giapponese e colla di coniglio. Poi, con bisturi e aspiratore a secco, hanno rimosso i depositi di polvere, ragnatele, incrostazioni che si erano insinuati fra le fibre. Quindi hanno fatto un trattamento antifungino e staccato la tela dal telaio originale per poterla sistemare.
Sono stati suturati i piccoli tagli, il perimetro è stato rinforzato ma in modo da mantenere visibile il tessuto originale del retro. È stata quindi applicata una fascia perimetrale di rinforzo di tutte le zone di bordo, in tessuto analogo all’originale. C’è stata poi un’operazione di stiratura per far aderire perfettamente le tele originali a quelle di rinforzo. Quindi è stata rimossa la carta giapponese e la tela è stata rimontata sul telaio ligneo, trattato con antitarlo. Questi lavori saranno presentati stasera.
Cosa resta da fare
Terminata “Mussoi in festa”, la Mattia tornerà al lavoro per completare il restauro. Devono essere puliti gli strati di colore iscuriti e opacizzati da strati di polvere e sporco grasso, devono essere asportati ritocchi e vecchie stuccature fatte nei decenni passati e infine devono essere stuccate a gesso e colla tutte le lacune. Un ritocco con la tecnica a rigatino completerà l’operazione. —
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