Via le tasse ai piccoli negozi di montagna

BELLUNO. «Togliamo le tasse ai piccoli negozi di montagna». La proposta arriva dal presidente della Consulta Ascom nonché del sindacato provinciale degli alimentaristi, Andrea Dal Pont.
L’idea era già stata avanzata qualche tempo fa, ma «è sempre rimasta lettera morta. Forse, a questo punto è lecito chiedersi», sottolinea Dal Pont, «se c’è una volontà politica a far rimanere tutto com’è. Altrimenti le cose sarebbero cambiate da tempo. Questa azione avrebbe dovuto essere applicata in tempi non sospetti, quando la crisi ancora era alle porte e non pressava come sta facendo adesso. Infatti, questo piano andava messo in atto alle prime avvisaglie di un peggioramento dell’economia».
La situazione nel settore degli alimentari è pesante. Non lo nasconde il suo presidente che analizza il fenomeno e vede nel proliferare di supermercati o comunque della grande distribuzione la morte dei piccoli negozi di vicinato. «Anche in queste festività pasquali la corsa agli acquisti non è stata poi così significativa come si pensava», dice Dal Pont. «La gente ha concentrato gli acquisti negli ultimi due o tre giorni, ma ugualmente si nota come questi acquisti vengano fatti in maniera molto più oculata degli anni scorsi. Quella storia che ci raccontano da Roma che la ripresa c’è e si vede, è una bugia per vedere positivo, ma la realtà dei fatti è un’altra. Dobbiamo fare i conti con la contrazione dei consumi: sembra strano, ma la gente mangia di meno, o comunque cerca prodotti in offerta, per risparmiare. I carrelli non sono più pieni come un tempo e si acquista secondo le mode: adesso, per esempio, c’è voglia di asparagi, ma di produzione ce n’è poca e quindi il mercato va in tilt».
Il problema per Dal Pont «è che il centro storico di Belluno non è più abitato se non da anziani soli che necessitano di aiuto, come da tempo va dicendo il presidente Doglioni dell’Ascom. Lo dimostrano le frequenti chiusure dei negozi, con locali che restano sfitti per tanti mesi. E non solo perché le tasse sono alte, ma anche gli affitti. Servirebbe una politica incentivante per questi piccoli negozi, per mantenerli soprattutto nelle frazioni più isolate.
Definiamo, allora, cosa si intende per piccolo negozio di montagna, cioè il numero di abitanti della frazione, la superficie massima dell’attività e la quota altimetrica. La politica dovrebbe accelerare su questo, invece malgrado le sollecitazioni, non si muove niente. Da anni mi batto per questa idea tanto che l’ho presentata alla presidente nazionale degli alimentaristi qualche tempo fa in un incontro».
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