Via libera alla legge per dare un futuro ai piccoli impianti di risalita
BELLUNO
Sarà mai possibile sciare, sulle Dolomiti, con uno skipass giornaliero da 25 euro, anziché da 50? «Deve esserlo, soprattutto in tempi come questi», si è detto Franco Gidoni, consigliere regionale della Lega. Ed ecco la legge sulle “stazioni locali a fallimento di mercato”. Un milione di euro per iniziare.
Una misura studiata per i piccoli impianti lontani dai giri più classici, per sostenere l’economia locale e soprattutto per venire incontro agli aspiranti sciatori che, magari, non possono permettersi di spendere una “cifra” la domenica. Il riferimento è a stazioni quali il Nevegal, il Monte Avena, Forcella Aurine e San Vito di Cadore.
Ieri, in prima commissione del consiglio regionale, è stato approvato un progetto di legge che passerà ora al vaglio di altre commissioni e che nel tempo massimo di un mese diventerà legge. «Si tratta di un provvedimento, molto condiviso», spiega Gidoni, «col quale sosterremo quelle società che dispongono solo delle risorse per la gestione dell’impianto, poiché fanno pagare ticket piuttosto contenuti. Gli introiti non sono tali da permettere loro i necessari investimenti. Ed è proprio su questi che la Regione interverrà. Ecco perché tecnicamente sono state chiamate “stazioni a fallimento di mercato”. Stazioni e impianti che sono indispensabili, quanto meno strategici per lo sviluppo dei territori di riferimento. Via queste strutture, verrebbe a mancare ogni richiamo turistico e ritornerebbe, pertanto, lo spopolamento».
Si tratta di località che possono permettersi solo poche piste e che pertanto hanno un’offerta limitata; da qui anche i prezzi contenuti. «Con questa legge», spiega ancora Gidoni, dando voce anche ai colleghi di opposizione che hanno condiviso il progetto, «creiamo una prima cornice di supporto. Quando il quadro sarà definito, implementeremo anche i contenuti».
Un esempio? Il fondo sarà probabilmente quello che potrà salvare, almeno in parte, gli impianti sul Nevegal. «Ma per intervenire occorre che si definisca il gestore», mette le mani avanti il consigliere regionale, «e che questi presenti un piano d’investimento per rinnovare la rete impiantistica». —
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