Via libera allo Statuto di Borgo Valbelluna con colpo di scena finale
Il consiglio comunale ha approvato all’unanimità lo statuto del nuovo Comune unico di Borgo Valbelluna, dopo un colpo di scena che ha fatto temere per la sorte della votazione.
I voti favorevoli sono stati undici su altrettanti presenti e a dire sì è stata anche la minoranza, formata dai consiglieri Giorgio Cavallet, Matteo Cesca e Tamara Rosset.
Per essere approvato lo statuto necessitava di una maggioranza di due terzi dei votanti, il che significava che oltre all’amministrazione guidata dal sindaco Fiorenza Da Canal e dai suoi sette consiglieri erano necessarie altre alzate di mano favorevoli.
L’esito della votazione, dunque, non era affatto scontato, anzi. In caso di fumata nera sarebbe stato necessario convocare d’urgenza altri due consigli comunali, ma visti i tempi stretti, dati dall’arrivo del commissario prefettizio e dall’imminente pubblicazione sul Bur (bollettino ufficiale regionale) della nascita del nuovo Comune, le problematiche non sarebbero di certo mancate.
Si è così fatta la storia in Sinistra Piave, con l’ultimo storico consiglio del Comune di Trichiana.
Oggi alle 18 tocca a Lentiai procedere all’analoga approvazione, seguito da Mel alle 20. 30.
Ieri sera a Trichiana, intanto, dopo aver aperto il dibattito ringraziando i segretari «Florida e Curti per aver contribuito alla realizzazione dello Statuto», il sindaco Da Canal ha riassunto le peculiarità del documento, che ricalca quelle dei tre enti, dai principi di organizzazione al nuovo patrono scelto per Borgo Valbelluna, fino all’istituzione dei tre municipi e dei relativi sportelli polifunzionali, che entreranno in vigore a breve.
«Per approvare lo Statuto sono necessari almeno nove voti favorevoli», ha sottolineato il primo cittadino, chiedendo «uno sforzo alla minoranza».
«La nostra idea era diversa da quella di votare favorevolmente – ha risposto Cavallet – non tanto per lo Statuto in sé, che ricalca lo stile di quello di Trichiana, bensì perché non siamo stati assolutamente coinvolti nella sua stesura, per tutte quante le sedute alle quali abbiamo partecipato. Inoltre prima della sua approvazione esso doveva essere discusso dalla Commissione statuto e regolamenti: ciò non è stato fatto. È pertanto improprio che la minoranza venga chiamata a votare sì dall’amministrazione dopo essere stata tenuta in disparte, per giunta sapendo che senza il nostro voto lo Statuto non viene approvato». Momento di tensione. La minoranza è poi uscita dall’aula. Minuti che sembravano lunghi un’eternità.
«Abbiamo deciso di far valere il nostro senso di responsabilità di consiglieri – ha concluso Cavallet – decidendo pertanto di dire sì allo Statuto». —
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