Via Pedeserva cede: protestano i cittadini e chi ha una casera

Alle casere ai piedi del monte Serva sopra Belluno si arriva ancora, ma il percorso è tutt’altro che agevole

BELLUNO. Alle casere si arriva ancora, ma il percorso è tutt’altro che agevole. Con un’auto da città ci sono diversi punti in cui si rischia di rompere qualcosa. Non c’è pace per la strada che da via Pedeserva arriva a Pian de Staol. Serve alcune abitazioni (nella parte più in basso, vicino alla chiesetta di san Liberale) e diverse casere. Che rischiano di diventare irraggiungibili.

Da tempo i proprietari delle casere protestano. Si sono rivolti a tutti gli enti, compresi il Comune, la Prefettura e perfino la Procura, con un esposto presentato nel 2009. Ma la strada è ancora in pessime condizioni. «E sarà sempre peggio, perché sono appena ricominciati i lavori boschivi», spiega Giulio Erimacea. Sono proprio i mezzi a deteriorare il manto di asfalto, evidenzia l’uomo. Erimacea ha una casera poco prima di Pian de Staol, in una zona da cui si gode una vista spettacolare sulla città. Accanto c’è la casera di Paolo De Barba, che da anni segnala le condizioni della strada.

Sarebbe anche asfaltata, ma in numerosi punti l’asfalto non esiste più. È stato grattato via. «I mezzi pieni di tronchi sono pesanti, questa strada ha un fondo leggero e con il peso la strada si è spaccata», continua Erimacea. «L’acqua è entrata e ha distrutto tutto».

Salendo verso Pian de Staol le condizioni della carreggiata appaiono in tutta la loro drammaticità. La strada forestale ha ceduto in due punti. In uno il Comune ha piazzato dei cartelli per segnalare il pericolo e invitare le auto a stare più lontane dal ciglio. Più su non resta che prestare attenzione e cercare di evitare buche, avvallamenti, dissesti. «Sono quattro anni che ci sono i cartelli di pericolo. Possibile che non si riesca a sistemare la strada?», si chiede Erimacea. «Se è il Comune a gestire la strada, la sistemi».

In realtà il Comune ha delegato la gestione della viabilità minore all’Unione montana, l’anno scorso. L’Um ha risposto al Prefetto (al quale si era rivolto Erimacea) che la strada corre solo in parte su sedime di proprietà comunale». Inoltre l’Um sostiene che la strada silvopastorale, «considerata adibita solo al transito di mezzi agricoli e forestali, non necessita al momento di interventi manutentori». Eppure la strada serve alcune casere private.

«Abbiamo fatto anche tre raccolte firme per chiedere la sistemazione della strada», aggiunge Paolo De Barba. «Mi sono anche attivato per cercare dei fondi europei che potrebbero servire per pagare il lavoro. Il Comune avrebbe solo dovuto darci in conduzione a titolo non oneroso la strada. Non abbiamo mai ricevuto risposta». Mostra anche una lettera, inviata un anno fa a Palazzo rosso.

Così, la strada si deteriora giorno dopo giorno. «Paghiamo anche noi le tasse», chiude Erimacea. «Saremmo anche disposti a dare noi una sistemata, ma almeno ci diano un camion di asfalto. Non possono dire che dobbiamo pagare noi la sistemazione, altrimenti mettiamo una sbarra e facciamo passare solo chi ha una casera in zona».

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