Via rospi e rane dall’Alemagna cunicoli in progetto per salvarli
PONTE NELLE ALPI. Permettere agli anfibi di raggiungere le aree di interesse senza attraversare la Statale 51 di Alemagna.
Un obiettivo che ci si propone per risolvere due problematiche in primo luogo: quella legata alla sicurezza della circolazione stradale, in quanto la presenza di animali (rospi, rane e quant’altro) morti sulla carreggiata, specie in condizioni di umidità, aumenta la scivolosità della superficie carrabile. E, non meno importante, l'elevato tasso di mortalità degli animali che, a lungo andare, può provocare l'estinzione locale delle popolazioni delle specie interessate.
Il Comune di Ponte delle Alpi ha sottoposto il problema all’Anas di Belluno, a cui ha scritto una lettera nei giorni scorsi. La questione è seguita in primis dall’assessore alla gestione del territorio e al turismo, Monica Camuffo, che nella missiva indica anche quella che potrebbe essere una soluzione: utilizzare l’esistente tombotto per il deflusso delle acque meteoriche, situato nei pressi della casa cantoniera, obbligando gli animali a utilizzare unicamente questa infrastruttura attraverso dei sistemi idonei per incanalarli all’ingresso del tunnel.
La problematica a Ponte riguarda circa 400 metri lungo la Statale 51, in località Punta Trifina. Il flusso migratorio di anfibi, rospi e rane - che per raggiungere le zone umide necessarie per la deposizione delle uova, dopo il periodo di letargo invernale migrano verso il Lago di Santa Croce - si concentra in circa 200 metri, con localizzazione vicino alla casa cantoniera Anas.
«Dovendo inevitabilmente attraversare il tratto di strada statale, il tentativo risulta vano per circa il 7 % degli animali», si legge nella lettera. «Alla medesima sorte vanno incontro anche gli anfibi che, una volta conclusa la fase riproduttiva, tentano di ritornare verso monte».
Il Comune di Ponte, tramite la Polizia locale, aveva già dato il proprio appoggio ai volontari del Gruppo salvataggio anfibi Belluno, che a fine marzo, come ogni anno, erano scesi in campo per salvare il numero maggiore possibile di animali.
«Operazioni che avvengono per lo più durante le ore notturne, in condizioni di visibilità ridotta», spiega la Camuffo, «e si rende quindi necessario garantire gli standard di sicurezza per volontari e automobilisti». Urgono però soluzioni definitive, perché quelle sinora messe in atto sono solo temporanee e presentano elementi di criticità dal punto di vista della sicurezza. Il Comune chiede quindi all’Anas una «concreta collaborazione tecnico-economica per la risoluzione definitiva della problematica, che ha ripercussioni negative sia sulla circolazione stradale che dal punto di vista ambientale: la presenza di comunità tipiche di habitat di zona umida e di canneto è di particolare interesse ecosistemico e costituisce elemento di pregio da un punto dì vista paesaggistico e turistico».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi