Via Valentine senza macchine è protesta tra i residenti

Avviata una petizione contro la trasformazione permanente della strada in una pista ciclabile Jonny Dalle Sasse: «Per andare in bottega a Mugnai ci toccherebbe fare dieci chilometri»

FELTRE. È partita una petizione contro la chiusura al traffico di via Valentine prospettata dall’amministrazione comunale, che vuole farne una pista ciclabile tutto l’anno nell’ambito della revisione della mobilità (adesso lo stop alle macchine è limitato ai fine settimana, il sabato pomeriggio e la domenica).

I residenti sono sul piede di guerra, arrabbiati per non essere stati consultati su una decisione che a loro parere porterà un disservizio invece che un servizio. «Stiamo portando avanti una raccolta firme contro questa cosa». A dare voce al malcontento degli abitanti della zona è Jonny Dalle Sasse, residente a Mugnai, ma che ha sempre abitato in via Valentine, dove vivono tuttora i genitori. «Se vorranno venire a trovarmi, dovranno prendere via Francescon, uscire a Tonin gomme e venire su dalla Culiada», spiega, dando un’idea del disagio che riguarderebbe chi da Farra porta i bambini a scuola per evitare il traffico della Culiada, ma anche le aziende agricole. Gli agricoltori non potrebbero infatti più passare con i trattori e dovrebbero spostarsi in Culiada, dove però non tutti riescono a raggiungere i 40 chilometri all’ora come richiesto per i mezzi agricoli, con il rischio di prendersi la multa (altrimenti bisognerebbe declassare la strada).

Sono tutti aspetti portati alla luce da chi sulle Valentine si affaccia ogni giorno. In più, «se uno ha bisogno di andare a Mugnai al negozio di alimentari o in macelleria, dovrebbe fare 10 chilometri e non va più», commenta Jonny Dalla Sasse, che dà sfogo al disappunto condiviso da tante persone del posto. «Vogliono mettere una sbarra per trasformare la strada in pista ciclabile, senza dare la possibilità di passare ai residenti, che sarebbero costretti a percorrere la strada del Musil, che è stretta, senza guard-rail, pericolosa con il rischio di cadere nel fosso e dove i mezzi pesanti non passano perché c’è un divieto», dice.

«Chiudere una via pubblica non è rendere un servizio, ma creare un disservizio. Per di più, se c’è la sbarra, non so come fanno ad arrivare i vigili del fuoco o l’ambulanza in caso di emergenza». Come se non bastasse, «in via Valentine non ci sono bidoni delle immondizie e se finora i residenti potevano andare a Mugnai mi chiedo fin dove bisognerà arrivare per buttare i sacchetti dei rifiuti».

C’è fermento tra i residenti, che lamentano il mancato confronto con l’amministrazione: «Non è stata fatta nemmeno una riunione. Il Comune non ha mai coinvolto i residenti organizzando un’assemblea», aggiunge Dalle Sasse. «È un boicottaggio, perché viene fatta una cosa all’insaputa di tutti. Si poteva trovare un’altra soluzione, che non è quella di installare una sbarra per impedire l’accesso. È assurdo chiudere una strada pubblica per fare una ciclabile, i residenti sono arrabbiatissimi».

Raffaele Scottini

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