Viabilità in Comelico, Buzzo accusa: «Qualcuno ci ha preso in giro»
L’ex sindaca di Santo Stefano continua a pretendere con forza
che i soldi stanziati per Coltrondo non siano destinati ad altro
compresa la strada della valle
SANTO STEFANO. Il giorno dopo la riunione in prefettura per provare a capire come procedere sul tema dei lavori alla galleria del Comelico, l’orizzonte non pare essersi completamente schiarito. I dubbi su come muoversi in tema viabilità restano. E dentro lo stesso Comelico le posizioni non sono del tutto allineate. Alessandra Buzzo, già sindaco di Santo Stefano e già presidente dell’Um, torna infatti a sostenere con forza che i 70 milioni di finanziamento del traforo di Coltrondo non vanno sottratti a quest’opera e che per la strada di valle devono essere trovati altri fondi (60 milioni, forse 80). Lamenta inoltre il fatto che, mentre il traforo di Santa Augusta, a Vittorio Veneto, definito dalla Regione come seconda priorità è stato già realizzato e funziona da un anno, quello di Coltrondo esiste solo sulla carta.
«C’è qualcuno che ci ha preso in giro», evidenzia Buzzo, «ma c’è anche qualcuno che in Comelico e in provincia di Belluno si è assopito».
Buzzo chiede al ministro D’Incà, impegnatosi a suo tempo espressamente per la galleria di Coltrondo, di portarla a termine, evitando dirottamenti di denaro.
«Il prefetto Savastano ci ha sollecitato il progetto della strada di Vale. Ci siamo impegnati a mandarglielo entro una ventina di giorni. Sia chiaro, comunque, che noi sindaci non permetteremo la chiusura della galleria del Comelico prima che sia pronta questa alternativa». Lo ribadisce il sindaco di San Nicolò Comelico, Giancarlo Ianese, anche nella sua veste di presidente dell’Unione Montana. Secondo Ianese, «non bisogna cantare vittoria perché l’Anas ha deciso di iniziare il cantiere in autunno» (ma con possibilità di ulteriori posticipi). «Chiederemo nei prossimi giorni di poter essere ascoltati dai vertici nazionali dell’Anas, cosa che ci è stata impedita recentemente a Cortina», insiste Ianese, «perchè abbiamo l’impressione che Venezia non abbia riferito puntualmente la nostra posizione a Roma».
Scende in campo di nuovo l’Associazione Comelico Nuovo, dichiarandosi contraria a qualsiasi tipo di chiusura della galleria Comelico fino a che non sarà resa disponibile e garantita una alternativa di collegamento (anche mista) da e per la valle senza soluzione di continuità fisica e temporale, ovviamente diversa dal passo Sant’Antonio. «Sosteniamo l’azione dei nostri amministratori con tutta la nostra energia e pensiamo che Coltrondo sia un’opera da realizzare senza se e senza ma. Riteniamo che la seconda canna a cielo aperto in fase di studio possa essere una buona soluzione, in grado di garantire la continuità fisica e temporale dei collegamenti: è solo una questione di corretta gestione ed ottimizzazione dei cronoprogammi».
L’Acn, fondata da Francesco De Bettin, si rivolge anch’essa a D’Incà. «Caro ministro, intanto grazie per la sua certa attenzione e la grande volontà di ricerca di una mediazione per attutire i “dolori” di una valle bella ma sempre “ultima” in tutti i sensi», si legge nella lettera aperta al ministro che si è adoperato per una mediazione sulla galleria, «fa piacere e rincuora sapere che i fondi di Coltrondo ci siano ancora e che il loro utilizzo per altri fini sia scongiurato. Non nascondiamo che eravamo preoccupati ed amareggiati».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi