Video hard su Skype bellunese ricattato si rivolge alla polizia
BELLUNO. Conosce una donna su Facebook, la conversazione si sposta su Skype e si fa piccante. Ma poi lei gli chiede il conto: 3.500 euro, per la precisione, altrimenti la registrazione di quanto avvenuto verrà pubblicata sul web.
Vittima di un’estorsione on-line un uomo residente in provincia di Belluno che, dopo la richiesta della donna conosciuta su Facebook, si è rivolto alla polizia.
I fatti risalgono a qualche giorno fa: alla sala operativa della Questura di Belluno arriva una telefonata, si tratta di un uomo preoccupato per la richiesta di denaro subita pochi minuti prima.
Il bellunese racconta di essere stato contattato da una donna su Facebook. Dopo poco la nuova amica chiede di spostare la conversazione su Skype, un programma che consente le videochiamate. È a quel punto che la conversazione si fa piccante. Lei, all’insaputa di lui, sta registrando tutta la videochiamata e minaccia di diffondere il filmato su Facebook. L’unico modo per fermarla è assecondare la sua richiesta, pari a 3.500 euro.
La polizia spiega alla vittima che è inutile pagare: si tratta di richieste estorsive e non è detto che il video venga effettivamente cancellato. La cosa migliore è rivolgersi alla polizia postale.
«Si tratta di un fenomeno criminale che non conosce confini ed è in costante aumento» spiega Silvia Silvestris, commissario capo della polizia di Belluno, «bisogna prestare la massima attenzione».
Il modus operandi è sempre lo stesso: le vittime vengono contattate attraverso chat e dopo averli indotti a mostrarsi alla webcam in esibizioni sessuali o equivoche, chiedono all'interlocutore di versare del denaro per evitare che la registrazione, avvenuta a sua insaputa, venga divulgata su internet o trasmessa ad amici e parenti della vittima stessa.
Il pagamento, però, non garantisce che il video, le immagini o la conversazione compromettente vengano effettivamente distrutti. Il consiglio della polizia è di non dare seguito a questo rapporto on-line e di interrompere la comunicazione.
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