Vieceli pronto al bis «Ma mi aspetto almeno uno sfidante»
SAN GREGORIO NELLE ALPI. Le carte in mano per rifare il sindaco le ha. Ma per ora Nicola Vieceli ha deciso di scoprirne soltanto alcune. Perché «è il gruppo che decide», anche se la coalizione potrebbe subire variazioni, e perché «spero ci sia qualcun altro disposto a provare quest'esperienza». Lui l'ha tentata nel 2012 a 33 anni: il testimone glielo stava passando papà Ermes e lui non voleva lasciarlo per nessuna ragione nelle mani del commissario. «In quel momento ero la persona più sbagliata, ma ho dovuto farlo per il bene di San Gregorio», afferma il tecnico, oggi 38enne, che anche a Bim Infrastrutture condivide il lavoro con Dario Scopel, altro giovane sindaco feltrino in capo a Seren del Grappa. Il rischio per le amministrative di maggio 2017 non esiste più, visto che lui si è reso disponibile a ripresentarsi.
Ma al momento né lui, né eventuali avversari, vogliono sciogliere le riserve. Il gioco elettorale è bello così. Il momento più brutto del suo primo mandato è stato segnato dalle dimissioni del vicesindaco Guglielmo Giazzon, un episodio «spiacevole, visto che ci eravamo ripromessi di governare il territorio da soli. Ma sono state ininfluenti visto che non hanno condizionato il programma, che è stato completato».
Questo comprende il rifacimento della piazza e l'estensione del marciapiede fino al piazzale dei pannelli fotovoltaici. Il momento più difficile è l'approvazione del bilancio, «con norme che cambiano di anno in anno. Fortuna che dopo aver alzato le tasse nel 2012 siamo riusciti a mantenerle stabili, nonostante i continui tagli dello Stato».
All'orizzonte si affaccia una nuova legge sui piccoli Comuni che potrebbe conferire quel riconoscimento necessario a «premiare le peculiarità del territorio montano. Anche perché senza tutele né servizi, i paesi piccoli e periferici sono i primi a morire». Per questo, come il collega Scopel, anche Nicola Vieceli è ostinatamente contrario alla fusione dei piccoli Comuni: «Lo escludo totalmente, anche con il passaggio referendario. Se sarò di nuovo il candidato lo scriverò nero su bianco nel programma. Fonderci significa sacrificare servizi come le poste e il prelievo bancomat, che sono i primi a saltare. E mantenere solo gli uffici aperti non è la soluzione».
Da quando Vieceli è sindaco ha chiuso l'albergo Monte Pizzocco, un duro colpo alla ricettività del paese, e anche la cartoleria. Che però potrebbe riaprire a breve. Bella novità è stata invece l'apertura del bar a Paderno in un locale del comune. Ma il segnaposto del sindaco sul tetto del municipio non basta a tenere in vita una comunità: «Cercheremo gli strumenti per sostenere le attività economiche e produttive», afferma Vieceli anticipando un ideale programma elettorale, «noi siamo un'area interna, lontana da tutto almeno 20 minuti. Non possiamo pensare di sacrificare i servizi minimi».
Come il medico di base: «L'ambito territoriale è gestito dall'Usl e al suo interno i pazienti possono scegliersi chi preferiscono. Nel 2014 abbiamo portato un punto di accesso al piano terra del municipio e stiamo valutando di far arrivare un secondo dottore, che però deve essere disposto ad aprirsi un ambulatorio qui». I giovani e la consulta sono stati un «gran risultato» e qualche volto nuovo della lista potrebbe essere attinto anche da lì. Ma la popolazione giovane si concentra in basso, dalle parti dell'area produttiva di Paderno. Il centro paese va tenuto in vita in altro modo. Con il doposcuola ad esempio la biblioteca. Fuori i programmi. (f.v.)
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