Vietati i fuochi di sterpaglie, multe salate

Il nuovo decreto vieta di bruciare i rifiuti agricoli, sanzioni fino a 3 mila euro per i privati e reato penale per l’imprenditore
Di Marco Ceci
DeMarchi Montebelluna via Maso incendio sterpaglie
DeMarchi Montebelluna via Maso incendio sterpaglie

BELLUNO. Fuochi fuori legge. Sempre, vista l’abolizione di ogni finestra stagionale precedentemente concessa, con multe da 300 a 3 mila euro per i privati e reclusione da 2 a 5 anni (che diventano 6 se riconosciute le aggravanti) per soggetti giuridici, ovvero titolari d’impresa come coltivatori diretti o agricoltori.

Giro di vite sui roghi “fai da te” inerenti la combustione di scarti vegetali provenienti da aree verdi dopo l’entrata in vigore, lo scorso 6 febbraio, del cosiddetto “decreto terra dei fuochi”.

Più in generale la nuova normativa, con validità nazionale è già effettiva, istituisce quindi una nuova ipotesi di reato punita con la reclusione in carcere per contrastare la combustione illecita di rifiuti e si applica a «chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati, ovvero depositati in maniera incontrollata» e a chi, soggetto privato o impresa, deposita o abbandona rifiuti o li rende oggetto di una «successiva combustione illecita». Casi in cui, per l’appunto, è prevista la reclusione tra i 2 e i 5 anni per i rifiuti non pericolosi, che aumenta da 3 a 6 se i rifiuti sono classificati come pericolosi. Stesso aumento di pena se il delitto è commesso nell’ambito dell’attività di un’impresa o di un’attività comunque organizzata.

Diverse le applicazioni per la combustione dei «rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali».

In questo caso si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 300 a 3.000 euro (aumentata fino al doppio se i rifiuti sono pericolosi). L’aggravante, con conseguente passaggio al campo penale, tuttavia, è prevista nel caso il soggetto che commette l’illecito sia titolare d’impresa o comunque operi nell’ambito imprenditoriale. Per competenza amministrativa sarà la Provincia di Belluno ad introitare gli importi derivanti dalla sanzioni.

Non fa eccezione, ovviamente, il Comune di Belluno, dove la nuova normativa deve ancora essere formalmente recepita dai regolamenti comunali in essere, ma è comunque già effettivo. Adeguamento che, tuttavia, ha già comportato la scomparsa della fascia stagionale (da fine marzo a inizio dicembre) entro la quale era consentito, su deroga del sindaco, lo smaltimento tramite combustione di rifiuti vegetali, seppur con precisi vincoli riguardanti le specifiche zone e le distanze dai centri urbani.

Lo smaltimento dei rifiuti di origine vegetale, insomma, d’ora in poi potrà essere effettuato solamente nell’ecocentro comunale di Cordele o tramite il servizio su prenotazione (e a pagamento) erogato da Bellunum. Terza opzione, valida per tutte le località della provincia che non possono rivolgersi a un ecocentro comunale o di comunità montana, quella di rivolgersi a ditte specializzate oppure operanti nella filiera delle centrali a biomasse.

Per chi preferisce il fai da te, invece, l’alternativa resta quella di dotarsi di una “cippatrice” (o biotrituratore) domestica, capace di ridurre in brandelli la legna e gli altri scarti.

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