Vigne commissario del Parco: «Struttura dell’ente valida, ora subito al lavoro»

Oggi l’entrata a Villa Binotto per i primi contatti: «La telefonata a Zaetta, è una colonna portante»

Oggi Ennio Vigne entrerà a Villa Binotto nella sua carica di commissario del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, primo passaggio nell’iter che nel giro di quale mese restituirà all’ente la sua normale conformazione fatta di presidente, consiglio direttivo e direttore. E Vigne, a questo punto, è il candidato numero uno anche alla carica di presidente. «La prima cosa che farò? Una telefonata a Franco Zaetta, che è stato da sempre e rimane tutt’ora una colonna portante del Parco e ne conosce tutti i meccanismi», spiega il neo commissario. «Avrò un confronto con lui che certamente sa di cosa il Parco ha bisogno».

Dopo quattro anni di stallo progressivo, durante i quali il Parco ha prima perso il presidente, poi il direttore Andrich che aveva chiuso il proprio mandato, successivamente il vicepresidente facente funzioni e tutto il direttivo dimissionario. la situazione si è sbloccata venerdì quando il Ministro per l’ambiente Sergio Costa ha firmato il decreto di nomina di Vigne a commissario straordinario.

Vigne era nella terna di nomi indicata al ministro assieme a Franco Zaetta e a Fabio “Rufus” Bristot. Tre persone altrettanto valide e in grado di portare avanti l’ente. L’ex sindaco di Santa Giustina porta in dote la sua grande esperienza di amministratore a Santa Giustina, nell’ex Comunità montana feltrina e conosce il parco fin dalla sua nascita: «Avevo dato la mia disponibilità a entrare nella terna perché credo nel Parco e nelle sue potenzialità. Questo primo atto sblocca la situazione nel senso che d’ora in poi si lavora per arrivare alla nomina effettiva che richiederà presumibilmente ancora qualche mese».

Vigne preferisce glissare sui motivi che hanno portato alla sua scelta rispetto agli altri due candidati: «Non dovete chiederlo a me, posso solo dire che ho ben chiaro il ruolo che deve avere il Parco nel nostro territorio. Questa iniziativa del ministro è molto importante perché segna finalmente il via libera a un percorso concordato con la Comunità del Parco».

Ora per Vigne la priorità è rimettere in moto l’ente che ha funzionato fino a pochi mesi fa quando ci sono state le dimissioni del direttivo che hanno portato ad assegnare la sola ordinaria amministrazione alla dirigente Simonetta Dalla Corte: «Avrò subito un incontro con la struttura dei dipendenti del parco che fortunatamente è di alto livello. Ascolterò con attenzione ciò che i dipendenti hanno da dirmi e poi, non appena possibile comincerò a confrontarmi con gli enti locali. Poi farò richiesta al presidente della Provincia che è anche presidente della Comunità del Parco, di convocare il consiglio. Altro interlocutore fondamentale sono i carabinieri forestali con i quali è necessario instaurare la migliore collaborazione per fare funzionare il Parco».

Vigne conosce il Parco: «L’ho visto nascere e nella mia attività di amministratore ho sempre seguito la sua evoluzione facendo parte della Comunità del Parco. Ora ho questa opportunità e sono convinto che il Parco possa ritrovare slancio in breve tempo».

A smuovere una situazione cristallizzata da quattro anni erano stati lo scorso autunno i parlamentari D’Incà dei 5 Stelle e Badole della Lega che assieme alla so sottosegretario all’ambiente Vania Gava aveva ottenuto dai sindaci la terna di nomi comprendente anche Vigne. —

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