Vigneto a Cart: movimenti terra sotto la lente dei frazionisti
FELTRE
È ormai a tre quarti di lavoro a Cart l’intervento di miglioramento agrario con l’impianto di un nuovo vigneto portato avanti dall’azienda vinicola Francesco Drusian di Bigolino di Valdobbiadene.
Il terreno si estende davanti e sul retro di villa Bianco e l’intervento è iniziato nell’autunno di un anno fa. Sulla zona a sud rispetto alla villa si sono già cominciate ad innestare le barbatelle, ossia quella parte di pianta che si ricava da una vite già adulta e che diventerà la nuova vite.
Ai Drusian, che nella patria del prosecco hanno il loro piccolo impero, di tralci non ne mancano certo. Ma non è mancata nemmeno la disponibilità al confronto con i residenti i quali, dal canto loro, hanno voluto sapere dall’azienda quali saranno i prodotti utilizzati per mantenere in buona salute i filari.
I residenti, sia in corso d’opera che ora che si è alla fine di un lavoro di scavo, riporto e drenaggi delle risorgive, vedono bene e documentano con foto che il profilo del colle si è modificato.
«L’amministrazione avrebbe potuto non rilasciare l’autorizzazione all’intervento», spiega Giuliana Zanella, architetto e residente a Cart, che sottolinea come i lavori stiano «modificando l’assetto geomorfologico e idraulico, se non altro per il fatto che la zona è piena di risorgive e che tutta la parte retro villa interessata a scavi e drenaggi è argillosa». «Avrebbe dovuto considerare il rischio potenziale per la stabilità del pendio», dice Zanella, «come avevo già evidenziato nella relazione tecnica come osservazione al progetto».
Qualche anno fa, a metà mandato della prima legislatura Perenzin, l’assessore all’urbanistica Luciano Perco aveva valutato e autorizzato il progetto per il vigneto, presentato dall’azienda agricola.
L’azienda ha acquisito Villa Bianco dagli ex proprietari Tarraran, con la corte di annessi rustici (tutto vincolato) e l’area dei terreni collocata a nord dell’abitato di Cart.
«Da autunno ad oggi si sono portate intere camionate di terra e si è cominciato a piantare le viti con il sistema a rittochino, cioè contro le curve di livello, per consentire il passaggio delle macchine operatrici», spiega l’architetto Zanella. «Gli scavi modificano l’assetto geomorfologico e idraulico e espongono a rischi potenziali terreni argillosi. Con la violenza dei temporali con i quali dobbiamo convivere, ma anche cercare tutti i modi per proteggerci, lascio solo immaginare il dilavamento a valle».
Il progetto “Drusian” è stato autorizzato dai Beni ambientali per un’area di circa 120 mila metri quadri. Il Comune andrà a verificare anche le effettive dimensioni dei lavori portati avanti nel corso di questi mesi.
Lo dice il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin: «Il Comune aveva bloccato il primo progetto presentato dall’azienda Drusian perché i movimenti terra erano troppo impattanti. Il secondo progetto è stato approvato ai Beni ambientali. Allo stato attuale, considerato che i sopralluoghi si fanno a fine lavori, non possiamo escludere o confermare abusi. Ma è cosa che faremo subito».
«Dal punto di vista dei trattamenti fitosanitari», sottolinea ancora il sindaco, «come amministratori abbiamo sempre tenuto l’attenzione al massimo. L’azienda ci ha confermato che in virtù di tecnologie particolari e sperimentate, non c’è la necessità di utilizzo di prodotti chimici. Mi preme sottolineare che il Comune ha approvato il regolamento di polizia rurale e che ci sono due agenti formati e incaricati al rispetto della norma». —
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