Vigneto di Cart, Comune contestato Bonan: «Non decidiamo noi»

Accolte con favore le parole dell’imprenditore vinicolo Francesco Drusian. L’architetto Zanella ribadisce però la critica: «Scarsa attenzione al progetto»

A Cart sono state accolte con favore le rassicurazioni di Francesco Drusian sul fatto che il progetto del vigneto a villa Bianco proceda nel rispetto delle regole, da quelle agronomiche a quelle morfologiche. Anzi, è visto di buon occhio il recupero della villa che versa ormai nel degrado.

Lo sottolinea la stessa azienda Drusian, tramite le legali Roberta Resenterra e Liuba D’Agostini, sottolineando l’accoglienza positiva in paese al progetto. La proprietà spiega anche che per villa Bianco si riserva un intervento specifico solo in una fase successiva. Al momento si è provveduto a preparare il terreno e si provvede all’innesto di barbatelle.

Restano invece dubbi circa l’approvazione del progetto da parte del Comune, tacciato dalla professionista Giuliana Zanella di «scarsa attenzione prestata a questo intervento nelle fasi di ideazione, progettazione e approvazione».

Scende dunque di nuovo in campo Zanella, residente a Cart ma anche architetto ed estensore di osservazioni al progetto del vigneto. Dice infatti: «Ho molto apprezzato la risposta del signor Drusian circa la questione del nuovo vigneto. Le mie osservazioni si riferivano alle trasformazioni geo-morfologiche e idro-geologiche del terreno, rimarcandone gli effetti in termini di trasformazione del paesaggio e del sistema idrico. Non ho dubbi che i lavori non siano stati eseguiti in conformità alle prescrizioni comunali. La risposta conferma pienamente quanto osservato. In effetti, il signor Drusian parla di spianamenti e di riporto di terra derivante dagli stessi spianamenti. Questo è ciò che è avvenuto e sta avvenendo e non ho motivi per pensare che siano difformi dalle prescrizioni. L’entità degli spianamenti e dei riporti di terra è notevole, e ha trasformato la morfologia originaria in certi punti del terreno in modo radicale e funzionale alla lavorazione meccanizzata».

«Altra questione», dice Zanella, «riguarda gli effetti del massiccio disboscamento sia sul microclima, che sulla fauna che infine sul sistema idrogeologico. Corrisponde pure al vero che sono stati eseguiti rilevanti lavori di drenaggio. Anche in questo caso non c’è dubbio che questi lavori hanno alterato il sistema centenario di regimentazione delle acque. Riguardo gli impatti, occorrerà valutarne concretamente gli effetti nel prossimo futuro».

«Non c’è un solo aggancio normativo che dica che è il Comune o il consiglio comunale ad approvare o non approvare un progetto di questo tipo», spiega però l’assessore all’agricoltura Valter Bonan. «L’ultima parola spetta ai Beni ambientali di cui si è acquisito il parere, unitamente a quello del Genio civile. La Soprintendenza può esprimersi con qualsiasi discrezionalità. Fa testo il suo parere».

«Per quanto riguarda il Comune», spiega Bonan, «va detto che l’azienda agricola si è insediata in un ambito territoriale che per pianificazione urbanistica è destinato alla produzione agricola. Questo presupponeva due pareri sostanziali, quello del Corpo forestale che include in sé anche quello del Genio civile per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici. E l’altra, dal punto di vista paesaggistico, era quello del Beni ambientali. Questi due pareri sono stati pareri favorevoli». —


 

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