Villa di Limana, sigilli a sette palazzine
Sarebbero state costruite nella fascia «vietata» a ridosso del depuratore
Sopra la casa dell’ex assessore Reolon. A fianco l’altra casa abitata, sullo sfondo una in costruzione
LIMANA.
Blitz del Corpo forestale dello Stato a Villa di Limana, nell'area a ridosso del depuratore comunale. Gli agenti hanno posto i sigilli ad almeno sette palazzine e ad alcuni garage interrati della lottizzazione Tait, su disposizione del gip della procura di Belluno.
Le case sequestrate.
Tre villette, una bifamiliare (in fase di realizzazione), due palazzine (una delle quali in costruzione), una casa prefabbricata (i cui lavori sono da poco iniziati) e alcuni garage interrati: i sigilli sono stati apposti ieri di prima mattina, tra lo sconcerto dei pochi residenti di questa nuova area di via Sandro Pertini. Sono tre gli edifici attualmente abitati: due villette, una delle quelli dell'ex assessore comunale all'urbanistica Ernesto Reolon, e uno dei cinque appartamenti di una palazzina da poco terminata. Ai proprietari è stato concesso di restare all'interno delle loro abitazioni, diventando loro stessi custodi giudiziari.
Bocche cucite.
Nessuno parla. L'assessore Reolon risponde con il classico «no comment», ma anche la famiglia dirimpettaia preferisce tenere la bocca chiusa.
L'indagine.
Il blitz è stato ordinato dopo mesi di indagini, scaturite da un esposto. A presentarlo l'attuale giunta comunale, dopo che un tecnico, verificando una seconda richiesta di lottizzazione («Cesa»), si era accorto che qualcosa non quadrava.
Un'indagine quella dei forestali tesa a verificare se vi siano state delle irregolarità nella concessione dei permessi di costruzione delle abitazioni in questione. Il punto focale su cui si concentrano gli accertamenti è, infatti, una legge del 1976 che vieta di costruire edifici a ridosso dei depuratori. La legge stabilisce che venga mantenuta una fascia di rispetto, quantificata in un raggio di 100 metri, dal depuratore, entro la quale non si può costruire. Il tutto per evitare pericoli di inquinamento da scarichi o altro. A quanto pare, le case poste sotto sequestro sarebbero state edificate all'interno della fascia "protetta". E ciò grazie ad una variante al Prg, approvata nel 2002, dall'amministrazione Sommacal, che non avrebbe tenuto conto di questa legge.
A onor del vero, per trovare la buonafede in tutta questa operazione, c'è da dire che lo stesso estensore del Prg (datato 1997) non aveva indicato con un cerchio l'area soggetta al vincolo.
Ma sotto questo punto di vista c'è poco da fare: la normativa di legge è imperativa. In poche parole, se il Prg presenta lacune, non significa che il Comune possa muoversi a proprio piacimento.
Il Bim stesso avrebbe sollevato perplessità in merito a richieste di costruzioni di case a ridosso dei depuratori.
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