Villa Zuppani rimane alla Provincia
BELLUNO. Villa Zuppani ed i suoi quindici ettari di terreno circostanti rimangono alla Provincia di Belluno. I giudici della Corte d'Appello di Venezia hanno rigettato il ricorso del dottor Maurizio Guglielmo, nominato, nel testamento olografo, erede universale della contessa Francesca Romana Zuppani. Il medico, in forza all'Usl 2 di Feltre, ora in aspettativa, chiedeva, infatti, di entrare in possesso della villa della nobildonna, che sorge a Pasa di Sedico, e dei terreni circostanti e di annullare così l'efficacia delle due donazioni che la contessa fece, prima della stesura del suo testamento, a favore della Provincia.
A dodici anni dall'inizio del contenzioso civile, i giudici di secondo grado, pochi giorni fa, hanno accolto le richieste del legale della Provincia di Belluno, Massimo Perco, condannando il medico (ora sotto inchiesta per circonvenzione d'incapace, per essere stato nominato da un anziano bellunese erede di un patrimonio da 20 milioni di euro) al pagamento delle spese legali della Provincia.
Il procedimento civile inizia dodici anni fa, dopo la morte della contessa, avvenuta il 23 maggio 2000, all'età di 87 anni. Pochi mesi prima di morire, il 5 febbraio di quell'anno, la nobildonna sottoscrive un testamento nel quale nomina il medico bellunese come suo erede universale. In una postilla, in calce al testamento, la contessa invita il suo erede a riappropriarsi della villa di Pasa e dei terreni circostanti che lei stessa, con due diverse donazioni, la prima nel 1995 e l’altra nel 1997, aveva ceduto alla Provincia.
E così il dottor Guglielmo, deciso a far rispettare le volontà della nobildonna, ha avviato una causa civile, sostenendo che la contessa, all'epoca delle donazioni alla Provincia, non era capace d'intendere e volere.
Una tesi che il legale della Provincia, l'avvocato Massimo Perco, ha contestato producendo agli atti la certificazione di un medico, presente ad una delle due donazioni, che attestava come la nobildonna, all'epoca dei fatti, era nel pieno delle sue capacità. Circostanza questa, suffragata dall’esito della perizia, sottoscritta dallo psichiatra feltrino Sergio Celletti, consulente del giudice di primo grado. Ma il medico bellunese Guglielmo ha impugnato in Corte d'Appello la sentenza.
Il procedimento di secondo grado è stato caratterizzato da una perizia, affidata ad un medico legale, il dottor Domenico Merlo di Venezia. L'esito della consulenza tecnica, effettuata sulle cartelle cliniche della contessa, è stato inequivocabile: al momento delle donazioni la nobildonna era perfettamente capace d'intendere e volere.
Pochi giorni fa i giudici veneziani hanno emesso la sentenza: villa Zuppani ed i terreni circostanti devono rimanere alla Provincia. L'ente, peraltro, aveva a suo tempo investito dei soldi nei beni ricevuti in donazione dalla nobildonna, per adibire la zona di Pasa di Sedico a scopi di ricerca scientifica e didattica.
A dodici anni di distanza dal suo avvio, la causa civile potrebbe essere arrivata al definitivo capolinea. A meno che Guglielmo non decida di impugnare la sentenza della Corte d'Appello in Cassazione.
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