Violentata sul lavoro il collega la smentisce «Il molestato sono io»
SEDICO. Nessun contatto fisico. Anzi, il molestato sarebbe lui. N.S. è accusato di atti persecutori e violenza sessuale nei confronti di una collega della casa di riposo di Sedico e, nell’esame dell’imputato, ha sostenuto di non averla «né graffiata, né strattonata, né toccata nelle parti intime. Non le ho mai messo le mani addosso».
Semmai la donna l’avrebbe diffamato: «Me l’ha riferito la sorella. Diceva in giro che sarei andato a casa sua alle tre di notte e le avrei rotto un braccio. Mi sono recato dai carabinieri, ma non ho presentato una querela. Il maresciallo mi ha detto di lasciar perdere e di farla soltanto se avesse continuato».
Nessuna molestia, tanto meno violenza sessuale, durante l’orario di lavoro: «Ogni volta che mi incontrava si metteva a saltare e scappava via. Non le ho mai fatto niente, semplicemente svolgevo il mio lavoro di manutentore. Dopo la morte di mia moglie ho passato un periodo difficile lungo sei mesi, ma non sono un alcolizzato e non ho fatto quello che mi viene imputato».
La versione della donna era stata del tutto diversa, meno male che qualcuno la proteggeva. Ma ieri questo angelo custode e testimone del difensore Giorgio Gasperin l’ha smentita: «Non so nulla di quello che accadeva. Non ho mai difeso la signora e non ho mai avuto problemi con l’imputato. È sempre stato corretto ed educato». Indispensabile un confronto tra testimone e parte offesa, nel quale ognuno è rimasto della propria opinione. Da aggiungere che imputato e teste si erano incontrati il giorno prima dell’udienza.
Un amico dell’imputato ha confermato di aver saputo al telefono dalla sorella della parte offesa che «l’imputato l’aveva fatta grossa». È stato proprio lui a convincerlo ad andare dai carabinieri per tutelarsi. Una psicologa ha descritto l’imputato come un etilista e la parte offesa (difesa da Riccitiello) come una donna spaventata e il medico di base ha aggiunto che soffre di un disagio sociale e ha una vita non facile.
Il collegio ha bisogno di sentire la sorella e un’altra addetta della casa di riposo e ha rinviato al 18 ottobre. —
Gigi Sosso
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi