«Violentato e cosparso di benzina»: fugge ferendo il presunto aguzzino

Ventenne bellunese trovato nudo e sotto shock: «Mi ha legato e sequestrato per giorni». L’accusato è grave in ospedale
Filippi Cornuda aggressione in via Manzoni
Filippi Cornuda aggressione in via Manzoni

CORNUDA

Sequestrato per due giorni in un appartamento di Cornuda, legato a una sedia e cosparso di benzina per essere bruciato. Sono ancora molto vaghi e misteriosi i contorni di un fatto di cronaca che ha movimentato decine di uomini delle forze dell’ordine, vigili del fuoco e soccorritori del 118, ieri mattina a Cornuda, e ha per protagonisti un 63enne del posto e un ragazzo di 20 anni che vive in provincia di Belluno. Per il momento la ricostruzione dei fatti si basa, prevalentemente, sulla testimonianza che soccorritori e carabinieri hanno raccolto dal giovane bellunese, ricoverato in stato di shock all’ospedale di Montebelluna.

Tutto ha inizio poco prima delle 10.30 quando gli abitanti di una palazzina del centro di Cornuda allertano i vigili del fuoco per un forte odore di benzina che proviene dall’appartamento occupato da un 63enne del posto. Quando i pompieri stanno per entrare, si trovano di fronte a una scena surreale. La porta si apre e di corsa esce un giovane completamente nudo. È in stato confusionale. All’interno dell’appartamento, disteso esanime sul pavimento, con una profonda ferita alla testa, provocata da un oggetto di marmo che si trovava in casa, c’è il 63enne. A quel punto scatta l’allarme. Sul posto, poco dopo, arrivano alcune pattuglie dei carabinieri del paese e della compagnia di Montebelluna, assieme all’elisoccorso del 118 ed alcune ambulanze.

Il giovane viene preso in consegna dai soccorritori. È a loro che racconta, sotto shock, di essere stato legato, cosparso di benzina per essere bruciato vivo. Sono parole forti. Il ragazzo racconta di essere stato sequestrato per un paio di giorni e di essere stato bersaglio di violenze e abusi.

Mentre il ventenne viene trasportato all’ospedale di Montebelluna, per essere sottoposto ad una serie di accertamenti medici, il 63enne, viene portato in elicottero in gravi condizioni al Ca’ Foncello di Treviso, dove ora si trova ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione neurochirurgica.

Nel frattempo a Cornuda arrivano, sotto choc, i genitori del ventenne bellunese. È a loro che il ragazzo, prima di liberarsi e uscire dall’appartamento, invia un messaggio con una richiesta di aiuto: «Mi ha legato e vuole darmi fuoco: aiutatemi». La madre, ad un certo punto, si sente male e sviene in strada. Sono momenti molto concitati e l’area viene transennata dai carabinieri che ora stanno indagando su quello che realmente è successo all’interno dell’appartamento del 63enne. Per il momento c’è la versione dei fatti del ragazzo.

Ma, nella speranza che il 63enne di Cornuda si risvegli dal coma, sarà fondamentale per definire i contorni piuttosto misteriosi della vicenda, anche la sua versione dei fatti. Nel frattempo sono stati sentiti vicini di casa ed i genitori del giovane ai quali aveva detto che avrebbe trascorso due giorni al mare ma in realtà era andato dal 63enne di Cornuda che, a causa di uno stato di salute precario, saltuariamente aiutava. I due si conoscevano da tempo, il giovane dava una mano al 63enne, andava spesso a trovarlo, gli portava a casa la spesa, i vicini lo vedevano frequentemente arrivare e poi andarsene.

I carabinieri hanno anche posto sotto sequestro l’appartamento, che era stato cosparso di diversi litri di benzina, soltanto dopo aver raccolto oggetti d’interesse investigativo come una corda e un pezzo di marmo con il quale è stato colpito violentemente il 63enne alla testa. —

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