Violentava i suoi pazienti chiesti sei anni di “sconto”
COLLE SANTA LUCIA. Era accusato di aver violentato almeno 150 pazienti con problemi di schiena: Roberto Benatti, 57enne, falso fisioterapista, tuttora latitante, potrebbe avere uno sconto di pena in appello di sei anni: dalla condanna a 30 anni di reclusione (inflitta nel primo grado di giudizio il 24 aprile del 2013), a 24 anni. Questa è la richiesta avanzata ieri dal sostituto procuratore generale di Milano Laura Barbaini (la stessa del caso Poggi), nella requisitoria del processo di appello che si celebra nel capoluogo lombardo. Non c’è stata ancora la sentenza, attesa per marzo.
La riduzione è l’ effetto di alcune accuse che sono cadute in prescrizione: il sostituto l’ha chiesta per i reati di truffa, esercizio abusivo della professione medica e detenzione di sostanze stupefacenti.
Il falso fisioterapista e medico sportivo è accusato di aver violentato oltre un centinaio di pazienti, la maggior parte dei quali maschi (moltissimi bellunesi, svolgendo parte della sua attività a Colle Santa Lucia), abusando di loro dopo averli sedati con anestetici: Benatti è latitante, si è reso irreperibile appena cominciata l'inchiesta.
L'uomo, titolare di studi con un avviato giro di clientia Colle Santa Lucia e a Gallarate (Varese), era stato arrestato nel luglio 2007 e poi scarcerato. I carabinieri avevano trovato nel suo computer un archivio con decine di fotografie delle parti intime delle vittime. Gli abusi erano venuti alla luce quando uno dei pazienti, nonostante fosse stato narcotizzato, si era accorto che l'uomo lo stava violentando. Il caso fece molto scalpore, perchè Benatti era ritenuto un professionista affermato nel suo campo, il mago dei massaggi. Ma dalle indagini, emerse che quando doveva curare persone che avevano problemi nell’area pelvica o al bacino avvisava il paziente che lo avrebbe narcotizzato, in quanto le manovre e le manipolazioni che avrebbe dovuto eseguire sarebbero state dolorose. Il paziente, stordito da dosi massicce di sedativi cadeva addormentato e tale rimaneva anche per 10-12 ore. Mentre le sue vittime dormivano, l'uomo, sempre secondo l'accusa, le violentava e le fotografava. I dolori successivi al risveglio erano attribuiti alle “manipolazioni curative”. I carabinieri scoprirono anche l'archivio di immagini scattate durante le violenze sessuali sul computer e una collezione di gadget da sexy shop utilizzati durante le violenze.
Benatti, dopo la scarcerazione per decorrenza dei termini, fuggì in un'isola caraibica. Prima di darsi alla latitanza, quando ancora era in atto la misura cautelare degli arresti, il porno-massaggiatore era stato sottoposto a una perizia, effettuata dallo psichiatra Giuseppe Armocida, che sul paziente aveva riscontrato una grave forma di “parafilia”, un disturbo del comportamento che era stato ricondotto ad una violenza sessuale subita in tenera età.
Il 24 aprile 2013 Benatti era stato quindi condannato a trent'anni di reclusione dal Tribunale di Busto Arsizio che aveva anche stabilito un risarcimento da oltre un milione di euro per le vittime, parti civili nel procedimento.
Ieri nel processo d'appello che si sta celebrando a Milano, il sostituto procuratore generale ha chiesto la prescrizione per i reati di truffa, esercizio abusivo della professione medica e detenzione di sostanze stupefacenti, e la riduzione della pena a 24 anni.
Il difensore dell'uomo, l'avvocato Alberto Talamone, ha sostenuto che l'uomo sarebbe «soggetto a un impulso sessuale incontenibile, e quindi non pienamente capace di intendere e di volere».
La sentenza è prevista per il 18 marzo. (cri.co.)
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