Violentò adolescenti: sei anni e mezzo

Un uomo di Santa Giustina era accusato di pedopornografia e volenza sessuale su minori, in Appello ha ottenuto uno sconto di pena

SANTA GIUSTINA. Pedofilia: sconto di pena per un 26enne di Santa Giustina. L’uomo era stato condannato a nove anni in primo grado, in Appello la condanna è scesa a sei anni, sei mesi e 20 giorni, anche perché il calcolo non era stato corretto. Era accusato di reati che andavano dalla violenza sessuale su minore, tentata e consumata, alla detenzione di materiale pedopornografico; dalla pornografia minorile alla sostituzione di persona e alla tentata violenza privata. È stato assolto soltanto per la produzione di materiale pedopornografico. È difeso dall’avvocato Cesa, mentre un minore e la madre si erano costituiti parte civile con Resenterra e il Tribunale di Venezia aveva riconosciuto loro un risarcimento danni di 25 mila euro.

La Corte d’Appello di Venezia aveva disposto una perizia psichiatrica e il professor Iva Galliani è arrivato alla conclusione che all’epoca dei fatti era imputabile, in grado di partecipare al processo e non socialmente pericoloso. Non c’è una vera e propria infermità, che incide come vizio di mente, ma una situazione più sfumata di ritardo dello sviluppo, per via del suo vissuto. Non si è reso conto del fatto che il suo comportamento era da Codice Penale. Il procuratore generale aveva chiesto sette anni, otto mesi e 20 giorni, confermando l’intero impianto accusatorio.

Tra il 2015 e il 2016, l’uomo ha ricattato e violentato alcuni minorenni che erano stati adescati su Facebook. Aveva aperto un falso profilo intestato a una certa Martina Mimi ed era riuscito a convincere due ragazzi a mandargli delle fotografie senza mutande e con i genitali in evidenza. Entrambi pensavano di avere a che fare con una donna e non con un maschio. Una volta in possesso del materiale, aveva cercato di costringere uno dei due ad avere rapporti sessuali con lui, in caso contrario avrebbe pubblicato il filmato. Allo stesso tempo gliene ha chiesto un altro, più o meno con lo stesso contenuto, ma senza essere accontentato. L’altro ragazzo, che aveva meno di 14 anni, si era visto chiedere a sua volta un video con uno spogliarello e una serie di toccamenti, sennò le foto sarebbero state pubblicate sul social.

In due occasioni la violenza sessuale è stata consumata nei confronti del più giovane, sempre con l’arma del ricatto delle fotografie. Durante la perquisizione domiciliare, i carabinieri hanno trovato un ingente quantitativo di materiale pornografico con soggetti di età inferiore ai 18 anni sul tablet, sul telefono cellulare e sul portatile. Parte del materiale è stato diffuso in una chat su Whatsapp nella quale c’erano più di venti partecipanti.

L’uomo rimarrà ai domiciliari in una comunità del Veronese fino a quando non potrà chiedere l’affidamento in prova. Dopo un periodo di detenzione a Pordenone, non dovrebbe più finire in carcere. –
 

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