Violentò l'ex fidanzata feltrina: condannato a cinque anni
Ventenne marocchino condannato, ma la vicenda è un giallo. Pronto il ricorso
Il tribunale di Treviso: ieri la sentenza per la violenza su una feltrina
FELTRE.
Due ventenni, una relazione alle spalle, una nuova vita già cominciata. E la macchia di un amore consumato una notte in auto. Lei, feltrina, poi lo ha denunciato per violenza sessuale. Lui, marocchino, si è sposato una settimana fa. E ieri è stato condannato a cinque anni.
E' una vicenda complessa quella che si è conclusa ieri con la condanna a cinque anni di reclusione di un ventenne, N.R. residente a Pieve di Soligo. Il ragazzo si è presentato alla sbarra con l'accusa di violenza sessuale per i fatti avvenuti la notte tra il 15 e il 16 febbraio 2008 nella piazzola di sosta di un distributore di benzina di Pieve di Soligo. N.R. e la vittima C.E., 20 anni, di Feltre, al tempo stavano insieme. E quella notte si erano dati appuntamento dopo cena: la violenza sessuale si sarebbe consumata nella Y10 del ragazzo. In realtà, secondo gli avvocati difensori di lui, la vicenda sarebbe più complessa: a spingere la ragazza a sporgere la querela che poi ha fatto scattare il procedimento sarebbe stato un altro ragazzo, innamorato di lei e così influente da convincerla a denunciare il fatto per togliersi dai piedi il rivale marocchino. Secondo la difesa infatti quella notte il rapporto consumato all'interno della Y10 sarebbe stato consenziente, fatto avvalorato dagli esami medici a cui si sottopose la ragazza durante i quali non vennero rilevate ecchimosi o segni di violenza. La tesi sarebbe avvalorata anche dal fatto che la ragazza dopo aver sporto la querela che ha fatto scattare il processo avrebbe chiesto di ritirarla, ma il procedimento è comunque andato avanti perché per reati come questo si procede d'ufficio. Infine a far propendere per la tesi della gelosia c'è anche un altro fatto: a luglio 2008 il rivale in amore sfasciò la macchina del marocchino. Per questo fatto è in corso un altro processo (la prossima udienza si terrà a luglio).
Il giovane marocchino ieri davanti ai giudici in collegiale è stato condannato a cinque anni di reclusione. In aula anche la sua giovane sposina di origine marocchina che si è sciolta in un pianto disperato ripetendo ai giudici con voce spezzata: «Non ha fatto nulla, non ha fatto nulla». A luglio dovrebbero partire per il Marocco per ripetere anche lì le nozze, con un altro problema da risolvere: il padre di lei non sa che il giovane genero è coinvolto in un caso di stupro.
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