Violentò una bambina marocchino stangato dalla Corte d’Appello

Atti sessuali su una bambina, sulla figlia di un’amica, che frequentava la seconda elementare in un paese della Valbelluna e non aveva ancora compiuto otto anni. Il marocchino Bouchaib Lambarki è stato condannato a cinque anni di reclusione anche dalla Corte d’Appello di Venezia. Nessuno sconto, rispetto alla sentenza dell’abbreviato primo grado pronunciata dal gup Vincenzo Sgubbi, nemmeno per il risarcimento danni: erano e rimangono 50 mila euro, come richiesto dagli avvocati di parte civile Liuba D’Agostini e Roberta Resenterra. Immutata anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e quella legale per la durata della pena.
La sentenza veneziana è del primo pomeriggio di ieri: adesso si attendono le motivazioni, sulla base delle quali o ci sarà un ricorso in Cassazione o per l’imputato potrebbero aprirsi le porte del carcere. Sarà il difensore di fiducia Mario Mazzoccoli a fare tutte le valutazioni necessarie sulla condanna per i fatti contestati tra il 2009 e il 2012. La ragazzina è diventata grande, ma difficilmente può aver dimenticato quello che le è successo quando andava a scuola e la madre la affidava a quell’uomo che avrebbe dovuto occuparsi della sua custodia e, invece, le metteva le mani nelle parti intime.
La bambina si era confidata con le maestre ed erano state queste ultime ad avvertire la madre, che è andata a presentare una querela per violenza sessuale su minore, che diventerà un capo d’imputazione pesantissimo.
La piccola ha raccontato in maniera dettagliata e lineare quello che doveva sopportare e i giudici le hanno creduto, dall’inizio alla fine.
La difesa, invece, puntava su una sua presunta, scarsa credibilità, senza tirare troppo in ballo questioni di carattere religioso che in un reato così odioso come la pedofilia non c’entrano nulla.
L’accusa ha retto completamente a distanza di tempo e anche il procuratore generale ha chiesto è ottenuto la condanna, con la conferma di quella pronunciata in primo grado. —
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