Violenza alle donne, salgono le denunce
BELLUNO. Maltrattate, abusate, in alcuni casi uccise, per lo più dal partner. Che si chiami marito, fidanzato o convivente poco importa. In Italia negli ultimi dodici mesi sono state uccise 137 donne. Il tema della violenza contro le donne è stato affrontato in una serata promossa dal comitato Vivi Sedico, che ha invitato al tavolo dei relatori le istituzioni che, in rete, si occupano del fenomeno per contrastarlo e aiutare le vittime a uscire dalla spirale degli abusi: forze dell'ordine, centro antiviolenza, operatori del consultorio, psicologi, avvocati. Istituzioni che collaborano in maniera sempre maggiore per contrastare un fenomeno che sta emergendo sempre più. Anche a Belluno.
Lo dimostrano i dati della Polizia di Stato, illustrati dal vice questore aggiunto Angela Pierobon. Le denunce per maltrattamenti hanno avuto un'impennata negli ultimi tre anni. Dalle 31 denunce raccolte nel 2011, si è passati alle 40 del 2012, alle 46 del 2013 e alle 44 del 2014. Ciò non significa che i maltrattamenti siano aumentati: spesso può voler dire che le vittime trovano il coraggio, più di quanto succedesse un tempo, per denunciare le violenze subite.
Le violenze sessuali, sono stabili, anche se in lievissimo aumento: ne sono state denunciate 18 nel 2010 (una a danno di minori di 14 anni), 15 nel 2011, 17 nel 2012, quando ce ne sono state cinque commesse contro under 14 e due di gruppo. Nel 2013 e 2014 sono state raccolte 19 denunce. La violenza, ha spiegato Pierobon, «è la prima causa di morte e di invalidità permanente per le donne tra i 16 e i 44 anni in Occidente».
Il fenomeno è talmente diffuso che dichiarano di esserne state vittime una donna su tre, in Italia. Il legislatore solo di recente ha risposto all'emergenza, con la legge 119/2013, quella contro il femminicidio. Che avviene per la maggior parte dei casi in ambito domestico: ad uccidere le donne sono i partner, spesso dopo essere stati lasciati. Dal 2000 ad oggi sono state ben 330 le donne ammazzate da ex mariti, ex fidanzati, ex compagni. Ma gli omicidi commessi ai danni delle donne sono molto più numerosi, se si considera che nel solo 2013 ne sono rimaste vittime 179 donne (una ogni due giorni). La legge 119 è innovativa, perché oltre alla repressione punta sulla prevenzione e sulla necessità di fare rete fra istituzioni, per aiutare le donne a uscire da rapporti pericolosi. Perché uscirne è possibile, come sottolineato più volte nella serata. Ci si può rivolgere ad un centro antiviolenza, oppure alle forze dell'ordine. Si può fare una denuncia oppure chiedere al Questore che “ammonisca” il maltrattante. L'ammonimento è un procedimento recente, «ma che a Belluno sta dando buoni frutti», ha sottolineato Angela Pierobon. Quando il Questore riceve uno stalker, per esempio, e gli intima di smettere con un comportamento che costituisce reato, ottiene quasi sempre un risultato positivo.
L'ammonimento è a costo zero, non serve un avvocato e non comporta procedimenti penali a carico della persona. Dal 2009 al 2013 la Questura di Belluno ne ha emessi 120. Quest'anno il Questore ha già usato questo provvedimento in quattro situazioni, tutte legate a relazioni sentimentali. Se l'ammonimento non basta, c'è la denuncia, in seguito a cui si possono decidere gli allontanamenti dalla casa dove si verificano i maltrattamenti. Questa procedura, preventiva contro violenze più gravi, è aumentata da 6-7 dal 2010 al 2012, 17 nel 2013. Anche il divieto di avvicinamento è una forma di tutela per la donna: a Belluno ne sono stati emessi 18 nel 2013 (12 nel 2012).
Alessia Forzin
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