Violenza sulle donne, in campo la Polizia

Al via la campagna “Questo non è amore”, per far conoscere la rete territoriale che aiuta le vittime

BELLUNO. Si ti ricatta, se ti segue, se ti umilia, ti isola, ti schiaffeggia, ti intimidisce, ti chiude in una stanza, se ti offende, ti controlla, se ti fa del male... non è amore. La Polizia di Stato scende in piazza contro la violenza sulle donne. Ieri in piazza dei Martiri è stato allestito un gazebo per promuovere la campagna “Questo non è amore”, iniziativa che mira da un lato alla prevenzione, dall’altro al contrasto di un fenomeno tanto radicato quanto ancora sommerso. Le donne che subiscono violenza (fisica, ma anche psicologica) sono tante, quelle che chiedono aiuto ancora troppo poche.

La Polizia, dunque, ha organizzato una campagna che mira a favorire l’emersione del fenomeno, agevolando un contatto diretto con le potenziali vittime, offrendo loro il supporto di un équipe multidisciplinare composta da operatori specializzati. «Creare una rete sul territorio può aiutare a rompere quel muro che impedisce alle donne di parlare con le istituzioni», spiega il capo della squadra Mobile della Questura di Belluno Maurizio Miscioscia. «Da tempo si è costituita una sinergia con i centri antiviolenza per creare le basi per dare supporto alle donne vittime di violenza e con l’iniziativa odierna speriamo di farla conoscere».

I centri antiviolenza come Bellunodonna da anni si adoperano per aiutare le donne che subiscono qualunque forma di sopruso. In poco più di dodici anni (il centro ha aperto il 1° dicembre 2004) sono state oltre seicento le donne che hanno contattato il centro chiedendo un aiuto.

Le richieste aumentano, quando Bellunodonna si radica in un territorio. Se fino all’apertura dello sportello a Feltre si erano avvicinate a Bellunodonna meno di un centinaio di vittime, da quando il centro ha un presidio territoriale (meno di un anno) sono già una trentina le chiamate ricevute. «Segno che quando ci avviciniamo a loro, le donne rispondono», commenta la presidente dell’associazione Anna Cubattoli.

Anche la Polizia sta facendo la sua parte: le donne vittime di violenza, per esempio, trovano ad ascoltarle agenti donne, preparate e scrupolose. «Statisticamente le donne si rivolgono alle forze dell’ordine in maniera maggiore rispetto a qualche anno fa, ma c’è ancora molto lavoro da fare per intercettare il sommerso. Belluno è una realtà piccola ma che sta lavorando molto in questo senso».

Lo dice chiaramente uno dei testimonial della campagna, che scorre in un video, nello schermo sotto il gazebo: il 90 per cento delle donne non denuncia le violenze che subisce o ha subito. «Ma è ora di dire basta», per dirla con le parole del testimonial. (a.f.)

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