Visite gratis agli sportivi: accuse al primario

Il medico accusatore  sulle visite private di Sommavilla: «Il primario disse: è da tempo che lo so ma fino a quando nessuno lo becca»
Una veduta esterna del pronto soccorso dell'ospedale di Belluno
Una veduta esterna del pronto soccorso dell'ospedale di Belluno

BELLUNO. Il medico accusa il primario. Al Pronto soccorso del San Martino, quattro anni fa, il dottor Alessio Vainella chiamò in causa il responsabile Giovanni Gouigoux, dopo aver saputo dall’infermiera Nadia Pislor che il collega e socio del poliambulatorio privato Bellmed, Marco Sommavilla «faceva prestazioni di medicina sportiva al San Martino». Visite illegali, in codice verde, senza ticket. Vainella ha detto in tribunale, sotto giuramento, di essersi sentito dire da Gouigoux: «È da tempo che lo so, ma finché nessuno lo becca...».

È sulla base del suo esposto del 10 ottobre 2014 che nasce l’inchiesta Triage del Nas dei carabinieri di Treviso e il processo in corso a Gouigoux per omessa denuncia; alla dottoressa Gabriella Guerriero per truffa aggravata e all’infermiere Roberto De Carli in concorso con Sommavilla, che ha patteggiato un anno e due mesi truffa aggravata, abuso d’ufficio e falso ideologico in certificati, come il massaggiatore sportivo Marco De Din per esercizio abusivo della professione di fisioterapista e ricettazione di farmaci ospedalieri. Guerriero era medico sociale, pur avendo un rapporto esclusivo con l’Usl 1 e De Din massaggiatore della società calcistica Ripa Fenadora di serie D.

Vainella e Sommavilla avevano aperto la Bellmed nel 2009, in piazza Santo Stefano e si occupavano rispettivamente di chirurgia estetica e laser e medicina sportiva. Erano grandi amici e sono diventati acerrimi nemici: «Ero scosso, dopo aver saputo il fatto», sottolinea Vainella, «quella di Sommavilla era una cosa grave e non la sapevo. Quanto a Gouigoux, avrebbe dovuto beccarlo lui e invece niente».

I sospetti su Sommavilla gli diventano più fondati, quando «ho incrociato in pronto soccorso un uomo con la barba bianca e una stampella, che avevo visto il giorno prima alla Bellmed. L’accettazione al Triage è stata fatta da lui e non dall’infermiere, come di norma e il paziente è stato dimesso in codice verde». L’uomo è Ranieri Gorza, ex difensore del Ripa Fp 92 dei record e, da qualche tempo, alpinista.

De Carli, la cui posizione sembra fortemente ridimensionata, entra nel procedimento quando in Pronto soccorso arriva Sebastiano Solagna, calciatore del Ripa Fenadora: «Una colica renale, un dolore addominale», premette Vainella, «De Carli fa l’accettazione con il mio login, ma non accetto una diagnosi falsa, poi lo stesso infermiere perfeziona una seconda accettazione e l’ecografia di Sommavilla evidenzierà un altro problema».

E Guerriero? «De Carli mi aveva proposto di fare il medico alle partite di calcio, dietro corresponsione di 100 euro per volta. Era la dottoressa Guerriero a svolgere questo servizio, al Ripa Fenadora. Ne parlavano tutti, ma non ho mai visto la busta con i soldi dentro».

Il pm D’Orlando ha ottenuto dai giudici Coniglio, Feletto e Cittolin di poter sentire il dirigente del Ripa Fenadora, Mauro De Menech il 18 luglio. Era lui il delegato dal presidente Nicola Giusti. Tre testimoni della difesa Guerriero e cinque di quella De Carli (avvocato Coppa).



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