Visite in casa di riposo: si comincia lunedì 8 giugno

I direttori delle rsa provinciali stanno lavorano con l’Usl per questa data. Ma resta da capire come trattare la questione del test sierologico per i familiari
Calzavara Tarzo Anziani abitanti Via Rive
Calzavara Tarzo Anziani abitanti Via Rive

BELLUNO

Le case di riposo bellunesi stanno lavorando per aprire in modo uniforme nella settimana dell’8 giugno. Ma sono ancora tanti i dubbi da chiarire per poter ripartire in sicurezza, a cominciare dagli screening sierologici a cui i familiari che accedono dovranno sottoporsi.

Le linee guida

In primo luogo, gli incontri dovranno avvenire, previo appuntamento, sotto la supervisione del personale della struttura per evitare contatti tra le persone. All’incontro con il proprio caro ospitato nel centro di servizi potrà presentarsi un solo familiare munito di mascherina e guanti: prima di entrare dovrà essere sottoposto alla misurazione della temperatura corporea, oltre a compilare un questionario per capire se è venuto in contatto con personale positive. Il principio di base sottolineato nelle linee guida venete è che non si potrà accedere ai luoghi di degenza: le visite, in poche parole, dovranno avvenire al di fuori della struttura, quindi all’aperto. Per gli ospiti che non potranno muoversi sono previste deroghe, previa autorizzazione del direttore e del medico. Per incontrare questi anziani, il familiare dovrà indossare anche la visiera.

Apertura dall’8 giugno

L’intenzione di aprire dall’8 giugno è emersa giovedì nel corso del consueto videoincontro tra le rsa e i vertici dei servizi sociali dell’Usl. In quell’occasione sono state presentate le linee guida emanata dalla Regione per far incontrare i familiari degli ospiti con i loro parenti. «In linea di massima, la seconda settimana di giugno dovrebbe essere quella più consona per avviare le prime aperture o, meglio, questi primi incontri tra parenti e ospiti», dice Paolo Santesso, amministratore unico di Sersa, spiegando cosa è accaduto nel vertice con l’Usl.

Il test sierologico

Rimangono ancora aperti alcuni punti, come quelli sull’organizzazione pratica dello screening con i test sierologici, che è materia imprenscidibile di accordo con Usl. Resta infatti da capire quale test sarà eseguito dal personale della casa di riposo al familiare. Se si tratta del test rapido, come indicherebbe la Regione, con esito immediato, infatti, si pongono problemi di privacy. Se invece il test è quello con prelievo (su questo starebbe spingendo l’Usl), il familiare dovrà presentarsi in struttura qualche giorno prima della visita per sottoporsi al test: l’esito sarà consegnato al diretto interessato dall’azienda sanitaria che lo ha processato. Un altro dubbio: quando il parente si presenterà alla rsa come dovrà comportarsi? Ad oggi pare che siano due le ipotesi al vaglio: la consegna di un’autocertificazione o l’esibizione del referto negativo. Il test, secondo le linee guida, andrebbe eseguito solo per il primo accesso del familiare.

Resta il fatto, riconosciuto da tutti i direttori di struttura, che il personale delle rsa sarà ancora una volta sottoposto a un notevole sforzo: fare i test e controllare che le visite si svolgano in maniera corretta sono azioni che richiedono un ulteriore aggravio dei compiti dei dipendenti, anche in strutture che ad oggi risentono della carenza di operatori . «Le linee definitive saranno decise giovedì nel prossimo incontro con l’Usl», dice Santesso, che annuncia che proprio da giovedì potrebbero partire le prenotazioni per Gaggia Lante. —
 

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