Vitec investe quattro milioni per potenziare Villapaiera

FELTRE
Il gruppo Vitec potenzierà il polo produttivo feltrino portando dall’Estremo Oriente a Villapaiera mezzo milione di volumi della propria produzione di accessori per smartphone, affiancando così il marchio Joby a linee storiche di accessori per la fotografia come Manfrotto e Gitzo.
L’operazione è stata annunciata da Marco Pezzana, Ceo di Vitec Imaging Solutions, e viene salutata con entusiasmo da Confindustria Dolomiti, anche perché segna un rafforzamento della vocazione di Feltre ad area di riferimento per la meccatronica.
L’obbiettivo dell’investimento da quattro milioni di euro nell’ottica di Lean-Industry 4.0 (la più attuale filosofia di organizzazione “snella” delle attività produttive) è duplice: da un lato rendere l’area feltrina in cui si producono anche Manfrotto e Gitzo, oltre ad altri marchi per specialisti, il centro di riferimento del gruppo; dall’altro avviare due nuove linee di produzione nel segmento smartphonography/audio e meccatronica di precisione.
«Siamo molto orgogliosi di annunciare questo ulteriore investimento nei nostri stabilimenti di Feltre», ha dichiarato Pezzana. «Abbiamo iniziato questo percorso cinque anni fa migliorando efficienza e produttività in ottica Lean-Industry 4.0 e ora riportiamo gran parte della produzione Joby in Italia. Questo ci permetterà di essere anche più sostenibili poiché saremo in prossimità dei maggiori mercati».
«Si tratta di un investimento sulle persone e sulle tecnologie, entrambi essenziali», sottolinea l’amministratore delegato di Vitec Imaging Solutions, divisione di Vitec Group Plc, «grazie al quale continueremo ad essere competitivi a livello globale. L’investimento industriale di 4 milioni di euro permetterà agli stabilimenti di Feltre di espandere le proprie attività da quelle tradizionali, di lavorazione meccanica e verniciatura, ai processi di stampaggio di materie plastiche bicomponenti e di assemblaggio di sofisticati sistemi elettronici».
È poi significativo l’aspetto del “reshoring”, ovvero il ritorno in patria delle attività che le aziende italiane negli scorsi anni avevano delocalizzato all’estero, soprattutto nell’Estremo Oriente.
«Le attività di reshoring che molte aziende hanno intrapreso negli ultimi anni, accelerate adesso dalla pandemia», ha concluso Marco Pezzana, «costituiscono un’importante opportunità anche per quest’area del Veneto. Da questo punto di vista l’impegno di Confindustria Belluno Dolomiti è certamente prezioso per rendere questo territorio sempre più attrattivo».
«L’annuncio di Vitec dimostra che le catene del valore – dopo la pandemia, anzi proprio a causa di essa – si stanno accorciando, accelerando fenomeni di re-shoring, peraltro già in atto da tempo», commenta la presidente di Confindustria Dolomiti, Lorraine Berton. «Questo significa che dobbiamo farci trovare pronti, aggiornando le nostre competenze in campo digitale, meccatronico, 4.0. In questo modo – come Sistema Belluno – potremo essere ancora più competitivi».
Per farlo, dice però Berton, bisogna puntare sulla formazione tecnica e su un corretto orientamento scolastico. Connesso al tema delle competenze è quello dell’innovazione, costantemente monitorato nel territorio feltrino e bellunese dal Digital Innovation Hub di Feltre, tra i primi in Italia e capace di far dialogare le aziende più piccole con i colossi del manifatturiero. —
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