Vittore e Corona: si restaurano le statue dei santi sulla gradinata

Le opere che accolgono i fedeli portano i segni del tempo. Risalgono al 1600 e l’intervento costerà diecimila euro 

I due santi che accolgono fedeli e visitatori ai piedi della scalinata del santuario sul Miesna, attendono di essere “ripuliti” da una patina di sporco dove si riproducono alghe e licheni e dove fanno il nido le vespe, e restaurati nei punti in cui qualche pezzetto si è disgregato. Un bell’intervento di restauro non dovrebbe farsi attendere. L’associazione “Martiri Vittore e Corona” e il Csi comitato di Feltre hanno coinvolto almeno una decina di società, fra sodalizi e istituti bancari, per un contributo in quota parte stimato in diecimila euro. A tanto ammonta il preventivo di spesa per riportare le due statue a condizioni di decoro e valorizzarne anche la pregevole fattura.

L’iniziativa è nata dalle due associazioni per onorare la memoria di don Giulio Perotto nel decennale della sua scomparsa. L’obiettivo è quello di presentare alla comunità l’opera restaurata in occasione della ricorrenza dei santi Martiri il 14 maggio del prossimo anno.


Le due statue scolpite in blocchi di pietra e databili al primo quarto del 1600 provengono, probabilmente, da una delle chiese soppresse e distrutte nei primi decenni dell’Ottocento. Si capisce che erano collocate all’interno di nicchie perché la parte posteriore è rimasta al grezzo, cioè è piatta.

L’intervento, spiegano Renato Beino presidente dell’associazione Vittore e Corona e Cinzia Lusa del Csi, «consisterà nella completa pulitura con l’eliminazione di alghe, licheni e nidi di vespe, nel restauro di scaglie e distacchi lapidei in vari punti, nella rimessa a piombo delle statue e infine nella protezione delle superfici con prodotto idrorepellente».

L’intervento sarà effettuato dalle ditte associate Riva Marco & Altinate di Federico Pat, specializzate in restauri lapidei che cureranno l’iter autorizzativo compresi i rapporti con la Soprintendenza. Sono già stati acquisiti i pareri favorevoli del direttore dell’ufficio diocesano Arte Sacra, don Giacomo Mazzorana, e del rettore del santuario don Sergio Dalla Rosa. «Sarà cura dei promotori», si evidenzia dalle associazioni Vittore e Corona e Csi, «convocare per i primi di settembre una riunione con i soggetti che partecipano a questa impresa, per fare il punto sullo stato di avanzamento dell’opera, sui finanziamenti acquisiti e su altre iniziative».


Le associazioni promotrici, nell’ambito dell’intervento di valorizzazione della basilica santuario, hanno scelto di dare il proprio contributo ai manufatti che, ora come ora, non si presentano bene. I due patroni lapidei si trovano, simmetricamente, ai piedi della gradinata, ristrutturata nell’Ottocento da Segusini, e collocate dall’architetto feltrino sui muretti che la fiancheggiano. La statue, come evidenziato nella letteratura degli storici dell’arte, presentano i caratteri plastici figurativi dello scultore Francesco Terilli. Ma la collocazione originaria era quella delle nicchie nelle chiese.

I manufatti sono stati salvati pressoché intatti. Ma l’usura e la lunga esposizione a eventi atmosferici di ogni tipo, hanno contribuito al distacco di piccole porzioni lapidee, che si notano appena all’occhio nudo dell’uomo comune. Quello che non si può non notare è la patina che le ricopre e la presenza di organismi non tanto “micro”, come i nidi di vespe, che lì sembrano trovare comode e sicure nicchie


 

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