Azienda evade le imposte, l’accusa: «L’ad spendeva soldi per sé»

L’amministratore alpagoto di una ditta di Vittorio Veneto portato in tribunale per Ires e Iva non pagate. Per la Procura si era comprato orologi, farmaci e aveva pagato ristoranti e hotel

Gigi Sosso
Il palazzo di giustizia di Belluno
Il palazzo di giustizia di Belluno

Amministratore di un’azienda avrebbe speso oltre 400 mila euro per gli affari suoi. Questo è quanto sarebbe emerso a carico di Fabrizio Sbardella, durante un’ispezione della Guardia di finanza. Il procedimento era partito da un accertamento antiriciclaggio in una ditta di abbigliamento di Vittorio Veneto, della quale si occupava il 60enne di Farra d’Alpago, e si è concluso con un processo penale, nel quale l’imputato è difeso di fiducia dall’avvocato Giuseppe Antoniazzi.

L’accusa formulata dalla Procura della Repubblica è di omessa presentazione delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi o sul valore aggiunto (Ires e Iva).

Le indagini della Fiamme gialle sulla contabilità, sui conti correnti e su altre scritture contabili hanno permesso di scoprire che l’imputato sborsava somme rilevanti per comprarsi orologi di grande valore commerciale, farmaci e altri beni, oltre che pranzi, cene e pernottamenti in ristoranti e hotel. Tutto questo per una somma rilevante, che comprendeva anche il suo stipendio mensile. Il pubblico ministero d’udienza Giuseppe Gulli lo accusa di non aver presentato le dichiarazioni obbligatorie per due annualità, neanche tanto vicine nel tempo.

In tribunale, sono stati sentiti due militari della Guardia di finanza, che hanno ricostruito le indagini eseguite negli uffici della sede dell’azienda e negli istituti bancari di riferimento. Il giudice Federico Montalto ha rinviato di qualche mese per completare la fase istruttoria del processo e provvedere alla discussione finale. Poi la sentenza: per il momento, vale per tutti la presunzione d’innocenza. La parte offesa è l’Agenzia delle Entrate.

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