«Voglio una città più viva e più sicura»

Il programma di Franco Roccon: «Metterò telecamere nelle frazioni, darò più fondi alla scuola. Il centro va rivitalizzato»
Di Alessia Forzin

BELLUNO. Scuola, sicurezza, un centro dalle grandi potenzialità e da rivitalizzare. Franco Roccon si candida a Belluno per portare una ventata di novità. Fra dieci anni immagina una città più viva, maggiormente ricettiva, con un traffico più fluido e le frazioni protagoniste del rilancio e della qualità della vita.

Perché si è candidato?

«La nascita di mia figlia, quasi due anni fa, mi ha fatto guardare con occhi diversi la città. Oggi vedo degrado, potenzialità non espresse, e voglio mettere la mia esperienza, amministrativa e personale, al servizio della città in cui vivo. E poi molti amici mi hanno detto che potrei essere l’uomo adatto per risollevare Belluno, bella addormentata nei boschi».

Non pensa che quello che è successo con Bim Gsp potrebbe farle perdere qualche voto?

«Quella questione mi ha pesato moltissimo e peserà sicuramente anche sulle elezioni, visto tutta la disinformazione che c’è stata in questi anni. Si è voluto trovare un capro espiatorio quando l’errore è stato non voler aumentare la tariffa dell’acqua. Ho sofferto, ricevuto anche minacce, ma non ho niente da nascondere. Altrimenti non mi sarei candidato. Confido nell’intelligenza delle persone, l’11 giugno».

È partito molto presto con la campagna elettorale. Forse troppo?

«Non è mai troppo presto per cominciare a fare un buon lavoro. Raccolgo ora i frutti di un percorso che mi ha portato a costruire un programma capillare, grazie ai 18 incontri nelle frazioni fatti alla fine dell’anno scorso. Un programma costruito con e per i cittadini, era fondamentale parlare con la gente. Fra le esigenze è emersa quella della sicurezza: metterò telecamere leggi-targa in ingresso e all’uscita da tutte le frazioni. Oggi abbiamo 63 dispositivi in città, ma la metà non servono perché non permettono di identificare i volti delle persone, oppure non sono leggi-targa. Servono prodotti di qualità».

Qual è la prima cosa che farà se farà eletto sindaco?

«La prima delibera che porterò in giunta è quella per aprire piazza dei Martiri al traffico il sabato mattina, spostando alcuni stand del mercato in piazza Duomo e ripristinando i parcheggi nella corsia centrale della piazza. Inoltre prevedrò il posteggio gratuito il sabato pomeriggio. Dobbiamo far rivivere questa città. La seconda delibera riguarderà la scuola: i finanziamenti devono essere certi, a settembre dovranno esserci più fondi per l’istruzione».

Però il bilancio per il 2017 è già stato approvato.

«Esistono le variazioni. Ritengo la scuola una priorità, è ridicolo arrivino 9 mila euro per un intero anno ad un istituto. Farò un’asfaltatura in meno al limite».

Tre obiettivi che si è posto candidandosi.

«Rivitalizzare la città. Far rimanere i giovani a Belluno, perfezionando i rapporti con le Università di Padova e Pisa per creare corsi post laurea. Incentivare attività come l’agricoltura di qualità per dare occasioni di lavoro a Belluno ai nostri ragazzi. Infine dare servizi agli anziani: voglio aprire uno sportello di ascolto psicologico per combattere la solitudine e favorire l’apertura di un circolo anziani».

Come vede Belluno fra cinque anni?

«La vedo fra dieci, perché il lavoro da fare è molto. Vedo una città più viva, piena di giovani, un contenitore per la qualità della vita. Una città con una viabilità diversa, più fluida, una città che rispetti le frazioni. Ricca di cultura e di turisti. Una città in cui il Nevegal sia rilanciato».

Come intende dare una svolta al Nevegal?

«Va considerato una delle frazioni del nostro territorio. Ho proposto l’idea della cabinovia dal Lago Morto alla Faverghera. Ambizioso ma fattibile, gli investitori ci sono: due imprenditori di Belluno e Treviso hanno avviato uno studio di fattibilità. Guardando al quotidiano, invece, il Nevegal deve diventare la casa delle famiglie: tutti gli attori dovranno sedersi attorno a un tavolo per studiare una programmazione per il nostro Colle».

Lei è un libero professionista. Quanto tempo avrò da dedicare al Comune?

«Non sarò un sindaco part-time. Lavoro su Belluno, mi organizzerò e sarò presente per tutto il tempo necessario. A me piace più amministrare che fare politica, ho un’esperienza pregressa che mi aiuterà nel risolvere i problemi che si presenteranno. Garantisco il mio impegno per la città».

Ha già scelto la giunta? Ci saranno anche assessori esterni?

«Ho già individuato alcune figure. Francesca Iacobellis si occuperà di scuola, Walter De Barba di sport. Gli altri nomi li svelerò più avanti, ma li ho già tutti in mente».

Quanto spende per la campagna elettorale?

«Il meno possibile, visto che investo risorse mie».

Una cifra?

«Meno di diecimila euro. So che qualcuno pensa che spenderò molto di più, ma non ho un addetto stampa, molte cose come grafica e video sono stati elaborati in economia. E neanche la stampa dei materiali è così costosa».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi