Volo notturno, «avanti tutta in gioco c’è la sicurezza»

Il primo cittadino di Livinallongo, Leandro Grones lancia un forte appello e invita i suoi colleghi a fare fronte comune «perché interessa tutti»
BELLUNO. «Il volo notturno sia inserito nella prossima rivisitazione delle schede ospedaliere come obiettivo prioritario del primo soccorso. Si tratta di una questione di dignità della montagna, ma anche di interessi primari delle nostre genti e del nostro territorio, non solo delle terre alte, ma anche della Valbelluna e del Feltrino. Abbiamo sul territorio provinciale tante piazzole abilitate al volo notturno, come quella di Arabba».


La proposta lanciata dal commissario di Forza Italia Dario Bond sul volo notturno è caduta su un terreno fertile e alcuni sindaci bellunesi hanno preso la palla al balzo per chiedere con forza e a gran voce che si inizi veramente a muoversi per garantire la sicurezza sanitaria a tutti i cittadini «perché si tratta di una battaglia di civiltà». Primo tra tutti è Leandro Grones che da Livinallongo dà la sveglia ai suoi colleghi e alla politica in generale affinché «prendano coscienza dell’importanza fondamentale dell’elisoccorso. Abbiamo un servizio di assoluta eccellenza in termini di velivolo, piloti, operatori, medici e uomini del Soccorso alpino, ma è un servizio non completamente utilizzato nelle sue enormi potenzialità. E non è una questione di costi».


Grones evidenzia poi che diventa impellente il ricorso a questo servizio visto che «da due anni anche il tempo prolungato sembra sia stato accantonato, tanto che per gli interventi in montagna si devono chiamare, sino alle 9, i vicini di Trento, Bolzano e Treviso, mentre (ne è una logica conseguenza) per gli interventi di valle, visto il tempo comunque importante di arrivo di un elicottero fuori provincia, si manda l’ambulanza». E poi tuona: «Questa continua spogliazione delle potenzialità del servizio di elisoccorso non è più possibile per un territorio che ora vanta i Mondiali di sci a Cortina. È quindi indubbio che ormai il volo notturno si ponga, anche se tardivamente, come necessità irrinunciabile e come condizione operativa che andrebbe a risolvere il fatto della mancanza del volo prolungato. L’Aiut Alpin Dolomites sta addirittura effettuando sperimentazioni per gli interventi in montagna (rifugi e aree molto aperte) mentre noi non abbiamo ancora fatto quelli già resi possibili dalla Legge n. 26/10 e dalle vigenti normative dell’Enac, nelle piazzole già adibite al volo notturno come quella di Arabba, ma anche, come recentemente ricordato, nei campi di calcio allo scopo utilizzati. Il regolamento europeo n. 965/12 prevede, infatti, la possibilità di utilizzo, per l’atterraggio notturno, anche di aree che non devono essere obbligatoriamente certificate dall’Autorità aeronautica (Enac) come avviene per i campi sportivi illuminati già esistenti (siti hems)».


Per Grones non si tratta di una questione di soldi, ma «di una primaria scelta politica che il Bellunese deve fare senza aspettare neanche un attimo. Dobbiamo iniziare a produrre una pianificazione puntuale di questa attività, organizzando sul territorio le aree per l’atterraggio e il training degli equipaggi. Su questo tema dei servizi di urgenza ed emergenza legati al servizio di elisoccorso notturno si gioca ancora una volta la possibilità che le comunità più lontane dai centri hub godano degli stessi servizi di quanti vivono a pochi chilometri dalle strutture ospedaliere che salvano la vita».


Ma questa volta si gioca anche la possibilità «che gli stessi abitanti di Belluno e Feltre e della parte bassa della provincia più vicina agli ospedali maggiori, possano garantirsi in casi particolari il trasporto verso centri di eccellenza della regione purtroppo dislocati fuori provincia», conclude Grones.


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